Cuneo – È stato forte l’abbraccio della città e della provincia, del mondo imprenditoriale e istituzionale, dei dipendenti e di tantissime persone ad Amilcare Merlo, nel pomeriggio di oggi (venerdì 11 novembre), in Duomo a Cuneo: una folla imponente e discreta, per l’ultimo saluto a un uomo e un imprenditore che ha portato alto il nome di Cuneo in Italia e nel mondo.
Nella conclusione del rito funebre, alcune testimonianze di saluto. La famiglia, anzitutto, che ha scelto di ricordarlo come marito, padre e nonno. Lo ha fatto nelle parole dei nipoti, nel loro racconto di aneddoti e situazioni vissute accanto al nonno, a quell’uomo che “guardava e subito immaginava”, che dai numeri e dalle parole ricavava un disegno. E hanno voluto ricordare numeri importanti per il nonno: “Tre, come eravate tu, nonna e zia Lina; cinque i tuoi figli, e tu avevi un rapporto unico con ciascuno di loro; sei nipoti, e infiniti altri numeri”. I sei ragazzi hanno ribadito l’impegno a portare avanti quella testimonianza fatta di “tenacia, dedizione, attenzione per le persone e per le piccole cose”.
Alessandro Biadene, presidente della Corale La Baita, ha ricordato il legame tra Amilcare Merlo e la corale, di cui aveva fatto parte fin da adolescente (“en braie curte”, diceva lui stesso) e a cui è sempre stato profondamente legato e in cui ha portato i suoi tratti di “cuneesità come rispetto delle regole, condivisione con gli altri, coinvolgimento”.
La voce dell’azienda è stata affidata a uno storico collaboratore, Paolo Peretti: “Da quando sono entrato in Merlo, mi sono accorto che per il Signor Merlo non esisteva la parola impossibile e per trent’anni ne ho avuto conferma. In questi giorni, ripensando a lui, in quel sorriso ho rivisto questi trent’anni, ma non sono riuscito a trovare le parole per raccontare chi era. Possiamo sintetizzare solo in due parole: un grande uomo, legato alla sua famiglia e a tutti noi, i suoi dipendenti, che chiamava la sua famiglia allargata. Ci lascia un segno tangibile della forza di un grande imprenditore e di una forte personalità. E al tempo stesso, nel suo andarsene, ci lancia una sfida: portare avanti la sua impresa e la sua visione. Lui ci sta guardando e noi la porteremo avanti, perché in Merlo niente è impossibile. Grazie, Signor Merlo!”.
Il feretro è poi stato portato all’esterno della cattedrale sulle parole del canto di montagna “Signore delle cime”, che Amilcare Merlo amava particolarmente. Tanti gli abbracci e i saluti ai familiari. La salma è poi stata portata al cimitero di San Rocco Castagnaretta, per la tumulazione nella tomba di famiglia.
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