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Giovedì 28 marzo 2024

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Percosse, minacce e sostituzione di persona: giovane condannata

Quattro mesi per una ragazza accusata di aver creato un falso profilo Instagram a nome della rivale in amore e di averla poi picchiata e minacciata

La Guida - Percosse, minacce e sostituzione di persona: giovane condannata

Busca – Si è concluso con una condanna a quattro mesi di reclusione il processo per percosse, minacce e sostituzione di persona in cui era imputata A. N. C., giovane donna residente a Busca, accusata di aver creato un falso profilo Instagram a nome della rivale in amore e di averla poi picchiata e minacciata. Le due donne si erano in realtà trovate invischiate in una relazione con lo stesso ragazzo che poi entrambe avevano denunciato per percosse e maltrattamenti. I fatti risalgono alla fine dell’estate 2020 e la denuncia partì dalla più giovane delle due, che tramite un’amica aveva saputo dell’esistenza di un falso profilo Instagram a suo nome: “Con foto che io non avevo neanche reso pubbliche”. Nella denuncia la giovane aveva fatto il nome dell’imputata che, aveva scoperto nel frattempo, aveva avuto una relazione con il suo ex. L’episodio delle percosse accadde sotto casa dell’imputata dove la parte offesa e il suo fidanzato si presentarono al rientro di una giornata al mare durante la quale l’imputata avrebbe tempestato di messaggi il suo ex. Dalla testimonianza di una passante, le due donne al culmine di una vivace discussione si sarebbero prese per i capelli. Successivamente arrivarono anche i messaggi di minacce in cui l’imputata diceva alla rivale che le avrebbe rovinato la vita e le avrebbe cavato gli occhi. Al termine dell’istruttoria l’imputata ha rigettato le accuse sostenendo di aver ospitato il fidanzato per qualche tempo a casa sua e che lui avrebbe usato l’utenza telefonica fissa per creare il falso profilo Instagram nel tentativo di continuare a controllare l’altra donna. Nella discussione finale il pubblico ministero ha ritenuto non credibile questa giustificazione a fronte delle minacce e delle percosse provate documentalmente e ha chiesto la condanna a sei mesi di reclusione. A sua volta la difesa ha chiesto l’assoluzione ritenendo credibile la ricostruzione offerta dall’imputata, vittima anche lei di un uomo violento che aveva maltrattato tutte e due le donne. La giudice ha accolto la richiesta di condanna contenendola nei quattro mesi di reclusione.

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