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Venerdì 29 marzo 2024

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Boves piange la scomparsa di Natalino Macario

Era l'ultimo partigiano in vita

La Guida - Boves piange la scomparsa di Natalino Macario

Boves – Si è spento alla Casa di Cura S. Spirito di Limone Natale Macario (Natalino). Natalino era l’ultimo partigiano bovesano. Classe 1923 (21 dicembre), presidente della locale sezione Anpi, Macario era un punto di riferimento per la popolazione bovesana, esempio di coraggio, determinazione e impegno per la costruzione di un mondo migliore.

La storia di Natalino era indubbiamente legata al secondo conflitto mondiale. Chiamato alle armi nel 1943, fu tra coloro che, dopo aver preso la strada della Bisalta, visse in prima persona gli eccidi del 19 settembre e del 31 dicembre – 3 gennaio 1944. Più volte scampato alla morte, aveva affidato ad un diario i suoi ricordi. Con lucidità, invidiabile memoria, precisione e commozione raccontava della fuga in Val Corsaglia, dell’incontro con Ignazio Vian e dell’avventuroso viaggio verso la Valle Ellero. A Boves venne catturato dai tedeschi a Ferragosto del 1944. Trasferito al comando di Cuneo, subì interrogatori fatti di violenze prima di venir portato a Torino e successivamente verso il lager. Venne assegnato a una fabbrica dove si impegnò come aiutante meccanico prima di raggiungere Donaviz (a duecento chilometri da Vienna) e lavorare in una fonderia. Il destino gli permise di scampare alla morte dopo un bombardamento. Venne successivamente destinato all’opera di fortificazione al fronte “Front Arbait” (destinazione Slovenia – Croazia).

La primavera del 1945 fu per l’Italia l’inizio della rinascita. Una rinascita fondata proprio su giovani come Natalino. Avendo conosciuto gli orrori della guerra e della distruzione, Macario si impegnò per ricostruire un Paese devastato moralmente e fisicamente. L’approvazione della Costituzione (22 dicembre 1947) fu quasi un regalo di compleanno per l’uomo che, ricco di buona volontà, aveva già iniziato a lavorare da palchettista.


Tornata la normalità della vita, lunedì 5 giugno 1950 l’uomo si sposò con l’amata Rosa Giordano (scomparsa a ottobre 2020). Il matrimonio venne celebrato da don Stellino in San Bartolomeo. “Di Rosa – raccontava Natalino in un’intervista in occasione della pubblicazione su “La Guida” del suo diario – apprezzai il carattere e la timidezza, caratteristica che ci accomunava”.

Raggiunta la pensione l’impegno di Natalino si fece più intenso in qualità di testimone. Un compito portato avanti con gli amici dell’Anpi, in particolare “Genio”, Andreino, Clemente e Renè. Costante la loro presenza a tutte le manifestazioni per ricordare l’Eccidio, la Resistenza e la Liberazione. Tante le onorificenze ricevute e gli incontri importanti come quelli con l’allora Presidente del Senato Grasso o la testimonianza a Roma nell’ambito del premio Giustolisi. Costante anche la presenza alla tradizionale Festa delle Leve dove sfilò ancora nel 2018. 

Tuttavia i momenti più belli per Natalino erano quelli deli incontri con le scolaresche e i giovani. Incontri in cui con serenità, fierezza e sorriso, raccontava la sua storia di partigiano e soprattutto di uomo di pace. Una testimonianza utile a rimarcare l’importanza di valori come la libertà che, sottolineava, “ci fu tolta e negata negli anni che avrebbero dovuto essere i più belli della nostra vita”.

La scomparsa di Natalino chiude un capitolo fondamentale della storia bovesana e italiana. Un lutto che giunge a pochi giorni da un momento di festa per tutta la comunità: la Beatificazione di don Giuseppe e don Mario che, con Antonio Vassallo e tanti altri bovesani, furono vittime della furia nazista. Natalino lascia un’eredità importante a tutta la popolazione chiamata a non dimenticare e a tramandare la storia perché, come dice la saggezza popolare, “ieri impegna oggi nel domani”.

Macario lascia i figli Maria, Rocco, Caterina, Giovanna con le rispettive famiglie. I funerali verranno celebrati sabato 22 ottobre alle 16.15 in San Bartolomeo. Il Rosario verrà recitato venerdì 21 ottobre alle 18.45 sempre nella chiesa parrocchiale.

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