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Venerdì 19 aprile 2024

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Ragazza si presenta dall’ex, a processo per tentata estorsione

Relazione e convivenza finite, lei diceva di dover ricevere ancora dei soldi per spese di affitto e bollette

La Guida - Ragazza si presenta dall’ex, a processo per tentata estorsione

Cuneo – Al termine di una relazione di circa un anno, durante la quale avevano convissuto in una casa in affitto a Peveragno, M. P., giovane cuneese, aveva lasciato la fidanzata A. I., che però si era ripresentata dall’ex all’uscita dell’azienda di Madonna dell’Olmo dove lui lavorava, rivendicando un credito di 2.000 euro, pari alla metà del canone di affitto e delle bollette che ancora lui le doveva. “Le utenze e il contratto d’affitto erano a suo nome e io le davo esattamente la metà di tutte le spese, ma quando sono andato via non avevo debiti con lei, avevo saldato tutto”, ha ricordato in aula il ragazzo, presunta vittima di un tentativo di estorsione da parte della ex che si sarebbe presentata all’uscita del luogo di lavoro di lui in due occasioni per chiedere di pagare il debito. La prima volta, a fine ottobre 2020, la giovane aspettò il suo ex in compagnia di un’amica e di un altro ragazzo; quella volta la ragazza gli diede un foglietto con sopra scritto il numero del conto su cui chiedeva che venissero versati i 2.000 euro: “Mi disse che non sarebbe finita bene per me se non avessi pagato, ma io salii in macchina e me ne andai”. Pochi giorni dopo, la sera del 5 novembre, sempre all’uscita dal lavoro, M. P. trovò di nuovo lei ad aspettarlo, questa volta era accompagnata da un uomo più anziano e da un altro uomo di corporatura molto robusta. “Erano scesi da un furgone nero – ha ricordato la parte offesa – e lei mi chiese un po’ meno, 1.500 euro. Dissi che non le dovevo niente e che non volevo parlarle; cercai di salire in auto ma quello alto e grosso mi impedì di chiudere lo sportello dell’auto, mentre quello più anziano urlava che tanto loro sapevano dove abitavo e che sarebbero venuti a prendersi i soldi”.
Temendo di essere picchiato il ragazzo ha raccontato di essere sceso dall’auto e di aver cercato rifugio all’interno della ditta dove lavorava e dove c’era ancora il datore di lavoro che poi chiamò i Carabinieri. Il giorno dopo venne sporta denuncia e la ragazza non si fece più vedere.
In aula hanno testimoniato anche il fratello della presunta vittima e un’impiegata dalla stessa ditta che si trovavano con P. M. quella sera nel parcheggio: entrambi hanno riferito della richiesta di soldi, delle minacce e del tentativo di bloccare l’auto del ragazzo. L’udienza per sentire i testimoni di difesa è stata rinviata al 3 febbraio.

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