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Venerdì 26 aprile 2024

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Mostra del cinema di Venezia, 12 titoli da non perdere

Dalle sale cinematografiche al divano di casa, una selezione di film da vedere tra quelli presentati alla 79a edizione

La Guida - Mostra del cinema di Venezia, 12 titoli da non perdere

Venezia – Non ha tradito le attese la 79esima edizione della Mostra internazionale di arte cinematografica di Venezia, con una ricca anteprima di titoli provenienti da tutto il mondo: a partire da una base di 40 film visionati, ecco 12 consigli per la prossima stagione cinematografica. 

Il primo è il lungometraggio vincitore del Leone d’argento, ossia “Bones and all” di Luca Guadagnino (in sala dal 23 novembre) con Taylor Russell e Thimothée Chalamet. La storia, surreale e poetica, è quella di due adolescenti cannibali che, dopo essere stati messi ai margini della società contemporanea, scoprono l’amore e attraversano gli Stati Uniti forgiando un legame straordinario.

“Gli spiriti dell’isola” (al cinema a febbraio 2023), invece, è valso a Colin Farrell la coppa Volpi per il miglior attore e al regista Martin McDonagh il gran premio della giuria, e mette in scena una grottesca e nostalgica storia di screzi e litigi ambientata in una piccola isola irlandese dove il tempo sembra essersi fermato. Dietro le bizzarre vicende che coinvolgono i protagonisti si cela una metafora della guerra civile irlandese, e dei continui conflitti ideologici che lacerano quella terra.

Originale e provocatoria è anche la commedia “Rumore Bianco”, che ci racconta le stravaganti disavventure di una famiglia americana che, dopo essere sopravvissuta a un cataclisma, si trova a fare i conti con la paura della morte: il film sarà disponibile su Netflix dal 30 dicembre.

Sulla stessa piattaforma, dal 16 dicembre, debutterà anche “Bardo: falsa cronaca di alcune verità”, visionaria e onirica autobiografia del premio Oscar Alejandro González Iñárritu: il protagonista, per la verità, è uno scrittore nato in Messico e cresciuto negli Stati Uniti, incapace di sentirsi davvero a casa in nessuno dei due mondi. Nel frattempo, il 28 settembre uscirà su Netflix anche “Blonde”, reinterpretazione in chiave romanzata della biografia di Marilyn Monroe, con Ana de Armas nei panni della diva americana.

Per gli utenti Amazon Prime, invece, da ottobre sarà disponibile “Argentina 1985”, dedicato alla storia vera del processo al dittatore Videla e alla gerarchia militare responsabile della deportazione e della tortura di decine di migliaia di persone. Malgrado il tema drammatico, il film riesce a essere vivace e coinvolgente, strappando persino qualche sorriso.

Tornando al cinema, “Tàr” (nelle sale a febbraio), vede una strepitosa Cate Blanchett – miglior attrice protagonista 2022 – nei panni della talentuosa e inflessibile direttrice d’orchestra Lydia Tàr, in costante conflitto con il mondo dello spettacolo e con la stampa a causa del suo ostinato rifiuto di accettare compromessi in ambito artistico.

Occhi puntati, anche in prospettiva Oscar, sul commovente “The Whale” (al cinema a dicembre): il film racconta gli ultimi giorni di un uomo (Brendan Fraser) distrutto dai rimpianti, che lo hanno condotto a una mostruosa obesità. La sua disperata ricerca di redenzione lo porterà a tentare in ogni modo di riconciliarsi con la figlia e con la ex moglie per gli errori commessi in passato.

A livello italiano ha riscosso molti consensi “Il signore delle formiche” di Gianni Amelio (in sala in questi giorni), storia vera dello scandalo che coinvolse l’intellettuale Aldo Braibanti, ingiustamente accusato di plagio per aver intrattenuto una relazione omosessuale con alcuni suoi allievi, benché maggiorenni e consenzienti. Nei prossimi mesi, inoltre, arriverà nei cinema anche “Chiara”, storia della “santa ribelle” di Assisi interpretata da Margherita Mazzucco.

Proviene invece dall’Iran l’eccellente “Gli orsi non esistono” di Jafar Panahi, regista arrestato dal regime degli ayatollah proprio a causa della sua opera di denuncia sociale, e attualmente a rischio di una condanna a morte. Il film mette in scena un finto documentario per denunciare fenomeni reali e ben documentati, come l’integralismo, l’ipocrisia e le faide che dilaniano i villaggi rurali persiani.

Merita una menzione speciale, infine, anche la serie tv Netflix “Copenhagen Cowboy”, visionario capolavoro noir del regista danese Nicolas Winding Refn in uscita a dicembre: più che un telefilm, il suo è un maestoso film d’autore da 5 ore, articolato in più atti.

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