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Giovedì 28 marzo 2024

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Boschi e alberi in armonia tra arte e natura

Antonio Presti, cuneese d'adozione, diopinge alberi e opere che si trasformano e ampliano giorno dopo giorno

La Guida - Boschi e alberi in armonia tra arte e natura

Antonio Presti è un cuneese d’adozione. Nasce a Camastra in provincia di Agrigento nel 1950 e si diploma all’’Istituto d’Arte di San Cataldo, Caltanisetta, dove alla Galleria Il Re d’Aremi nel 1969 espone la sua prima personale. Ha partecipato a molte collettive e personali tra cui Palermo, Cuneo, Bologna, Sanremo, Rimini, Oulx e Parigi e in ultimo a Ferrara e a Torino. Usa tecniche varie (olio, terre naturali, legno) e i suoi soggetti preferiti sono figure e alberi. “Bassorilievi su formelle di legno raffiguranti piante dense di espressività, – scive Giuseppe Piccoli – ben oltre la semplice rappresentazione arborea. L’insieme delle formelle genera un grande, variegato ed emozionante bosco in cui ogni pianta, pur nella sua specificità, dà vita ad una coinvolgente coralità metafisica”.

“Un naturalismo rivisitato, con una ricerca attenta ai valori del colore e della materia – scrive Angelo Mistrangelo -, con una figurazione legata a una visione della realtà. Un dettato, il suo, che trova un determinante riscontro nell’osservazione del paesaggio circostante, nell’incanto della luce che s’insinua tra i grandi alberi, nell’emblematica definizione del metafisico Alberi Blu. E i suoi suggestivi notturni, le grandi e avvolgenti radici, il fiabesco Albero Gotico, esprimono il senso di un dipingere risolto mediante una pennellata controllata, stesa con cura e volontà di fissare un sentimento, un’emozione, una subitanea percezione”.

Il bosco in continuo movimento, gli alberi densi di espressività dipinti o realizzati a bassorilievi su formelle di legno, riescono a trasmettere lo stato d’animo dell’artista, in un ritorno all’antico, quando l’uomo aveva dei legami più profondi e meno invasivi con la natura con cui riusciva a vivere in armonia e collaborazione. Da tempo sta realizzando l’installazione modulare Alberi Infiniti, che misura attualmente 15 metri, in continua crescita, come cresce il bosco. L’opera è parte di una performance con video. Proprio il video viene utilizzato da Presti per i nuovi “Resti D’Opera”, performance artistiche su youtube. Nelle performance riprese in video a Cuneo, Parigi e Sicilia l’artista frantuma e trasforma le sue opere per una causa pro o contro,
(dedicato alle donne vittime di violenza fisica e psicologica,  contro la fuga dei cervelli
all’estero, ecc.).  La metamorfosi dei dipinti sacrificati genera “resti” che l’artista
mette sotto-vuoto o in barattoli di vetro etichettati, numerati e firmati, per conservarne la memoria.
 Attualmente vive ed opera tra Cuneo e Parigi, dove nel suo “petit studiò”, realizza esclusivamente i suoi boschi della memoria su carta recente
ed antica che trova nei “marchés aux puces” parigini per farne acquarelli e tecniche miste. “Un ritorno – dice Dino Marasà – in un certo senso all’antico, quando l’uomo aveva dei legami più profondi e meno invasivi con la natura e riusciva a convivere con l’universo in armonia e rispettosa collaborazione”.

Antonio Presti + nella collettiva aperta fino al 4 settembre a Bossolasco dal titolo “Immagini e parole. L’arte incontra la letteratura”, mostra internazionale di arte contemporanea nell’ex Chiesa dei Battuti. Espongono con lui Maria Giulia Alemanno, Ines Daniela Bertolino, René Breila, Raffaella Brusaglino, Nia Bustos Real, Cornelio Cerato, Enrico Challier, Francesca Dainotto, Sesha De Maria, Germana Eucalipto, Michele Fabbricatore, Fabrizio Garelli,  Cinzia Ghigliano, Franco Giletta, Michele Gilli “el Moka”, José Gonzalex Jogo, Francisco Gordillo, Emanuele Greco, Hermelando B M, Jotakà, Marco Laganà, Vito Langa, Arianna Lion, Fabio Mancari, Marcella Mangano, Pietro Marchese, Elisa Marengo, Pierantonio Masotti, Victor Mora, Gian Luigi Nicola, Brenno Pesci, Prismadanza, Purpleyta (Ryta BArbero), Matteo Raciti, Alexis Rodriguez, Stefano Scarafia, Valentino Tamburini Tambu, Daniele Testa, Nicky Vettori e Paolo Yarza. Fino al 4 settembre sabato 15,30-19,30 e domenica 10/12,30 e 15,30/19,30. 

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