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Mercoledì 24 aprile 2024

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Il vicino li accusò di averlo ferito ma non c’erano prove, assolti

I fatti avvennero nella primavera e nell'estate 2020 a Frassino, in un clima difficile di rapporti tra vicini di casa

La Guida - Il vicino li accusò di averlo ferito ma non c’erano prove, assolti

Frassino – Si è concluso con l’assoluzione per insussistenza del fatto il processo a carico di G. B. e N. B., padre e figlio residenti a Frassino, accusati di lesioni e danneggiamento dal vicino di casa; secondo l’accusa avrebbero picchiato con un bastone P. G., avrebbero cercato di ferirlo con un coltello e danneggiato le gomme del furgone. Un anno fa erano stati invece padre e figlio a denunciare il vicino per lesioni e danneggiamento.
All’origine dei processi un rapporto non facile col vicino di casa, il quale soprattutto durante il periodo di lockdown della primavera 2020 aveva contribuito a rendere veramente difficile la vita della famiglia di N. B. (che viveva con la moglie, la figlioletta e il padre accanto alla casa di P. G.). Nelle settimane in cui tutti erano costretti a restare in casa, l’uomo aveva preso l’abitudine di mettere l’amplificatore dello stereo sul davanzale della finestra rivolto verso la casa di N. B. acceso a tutto volume per tutto il giorno e mentre tutti appendevano striscioni con arcobaleni e frasi di speranza, lui aveva appeso una cartellone con frasi ingiuriose corredando il tutto con un peluche impiccato.
L’episodio in seguito al quale scattarono le reciproche querele si verificò il 1° giugno quando la famiglia di N. B. sentì dei rumori provenire dal giardino e affacciandosi videro P. G. che urlava e sbatteva violentemente contro il loro cancello procurandosi ferite alla testa. Loro scesero e, seguendo il consiglio dei Carabinieri, avevano iniziato a riprendere col cellulare l’uomo che in un impeto di rabbia prese a calci e pugni le loro auto, tirando sassi e altri oggetti contro le finestre e il portone del garage. Per questi gesti l’uomo venne condannato a quattro mesi dal tribunale poiché era stato tutto ripreso dal cellulare; la registrazione però iniziava dopo che l’uomo aveva smesso di sbattere contro il loro cancello e per quelle ferite P. G. accusò padre e figlio.
“Noi sentimmo i rumori in giardino e quando ci siamo affacciati lo abbiamo visto che sbatteva contro il cancello – aveva riferito N. B. in aula -, mia moglie allora prese il cellulare e iniziò a riprenderlo, ma nel frattempo quello aveva già iniziato a tirare oggetti e poi a prendere a calci e pugni le auto”.
Secondo quanto stabilito dal medico legale nominato dal tribunale, le ferite riportate da P. G. alla testa erano compatibili con l’urto contro un cancello e non era possibile dimostrare che fosse stato usato un bastone. Nel filmato inoltre l’uomo, che appariva già col volto sanguinante, non faceva mai riferimento al fatto di essere stato picchiato ma urlava solamente minacce di morte ai vicini dicendo che dovevano andarsene. Il giudice accogliendo quindi le richieste della difesa ha assolto dalle accuse i due uomini per insussistenza del fatto.

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