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Venerdì 29 marzo 2024

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Ruba al supermercato e picchia un cliente per fuggire, condannato

L'episodio avvenne a Savigliano nel dicembre scorso, l'uomo cercava di allontanarsi con un termoventilatore rubato

La Guida - Ruba al supermercato e picchia un cliente per fuggire, condannato

Savigliano – Si è concluso con una condanna il processo per rapina impropria in cui era imputato K. O., 30enne di origini africane, che nel dicembre 2021 aveva spinto e picchiato un cliente del supermercato Lidl che aveva cercato di impedirgli di allontanarsi con un termoventilatore rubato. Ad accorgersi del tentativo di furto dell’uomo era stata una cassiera che lo aveva notato mentre appoggiava un oggetto sul nastro di una cassa chiusa e metterlo poi dentro una borsa. Insieme ad altre commesse era intervenuta per chiedergli se aveva pagato quel termoventilatore e l’uomo con fare arrogante ripeteva che l’aveva acquistato in un altro negozio ma alla richiesta della commessa non esibiva lo scontrino del prodotto: “Mi parlava faccia a faccia con tono arrogante cercando di prendere la borsa e andarsene”, aveva riferito in aula una delle commesse. In difesa delle commesse intervenne allora un cliente che stava già per uscire: “Avevo temuto potesse aggredire la commessa e sono intervenuto”, ha dichiarato l’uomo ai giudici, che dopo aver detto a K. O. che avrebbe dovuto pagare quella merce, si prese una spallata e successivamente colpito da un carrello che l’altro aveva lanciato nel tentativo di fuggire.
Nella confusione che seguì il cliente finì contro la vetrata del supermercato mentre il ladro fuggiva. Nel frattempo erano anche intervenuti i Carabinieri che su indicazione del cliente malmenato hanno provveduto a identificare l’autore del reato.
Nella sua richiesta di condanna il pubblico ministero ha sottolineato che l’utilizzo del carrello per colpire il cliente era da considerare un’aggravante della rapina impropria consumata e non tentata perché la condotta violenta ha portato all’impossessamento dell’oggetto. Secondo la difesa invece il fatto che non avesse lo scontrino non significava che quell’oggetto non fosse stato effettivamente acquistato in un altro negozio e per questo ha chiesto l’assoluzione dell’imputato che invece i giudici, accogliendo la ricostruzione dell’accusa, hanno condannato a tre anni e cinque mesi e 700 euro di multa.

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