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Giovedì 25 aprile 2024

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Violenza privata per la vendita di un locale kebab, due condanne

Episodi avvenuti nel novembre 2018 a Pogliola e a Mondovì, coinvolte persone di origine egiziana e un loro "giudice"

La Guida - Violenza privata per la vendita di un locale kebab, due condanne

Cuneo – Sono stati condannati alla pena di due anni e tre mesi di reclusione i due egiziani accusati di violenza privata aggravata dall’uso di armi nei confronti di un loro connazionale che a Cuneo era proprietario di un minimarket in via Giordanengo. La sera del 5 novembre 2018, tre uomini avevano cercato di dare fuoco alla casa dell’uomo a Pogliola: il motivo era una lite con uno dei tre riguardo all’acquisto di un locale di kebab a Mondovì.
I tre uomini vennero subito arrestati e successivamente condannati, ma in caserma dai Carabinieri, la vittima denunciò come veri mandanti di quel tentativo di incendio M. H., fratello di uno dei tre, e S. H., una figura di riferimento per la numerosa comunità di egiziani che vive a Torino. Uno dei testimoni aveva riferito che S. H. era una sorta di giudice, chiamato a risolvere liti che potevano sorgere fra connazionali; tutti si riferivano a lui per ricevere consigli.
Anche la vittima del tentativo di incendio sapeva di questo ruolo di S. H. e durante la sua testimonianza aveva riferito di avere ancora paura delle possibili conseguenze per se stesso e la propria famiglia: “La mattina dopo l’incendio – aveva detto l’uomo al giudice – vennero da me M. H. e S. H. mentre ero nel negozio e puntandomi la pistola contro mi dissero che mi avrebbero ammazzato se non avessi ritirato la denuncia nei loro confronti. Nei giorni seguenti ricevetti molte telefonate da numeri sconosciuti, ma tutti chiamavano a nome di loro due e mi minacciavano. Ho cambiato casa, ma se mi succede qualcosa sappiate che è stato S. H. a ordinarlo”.
In aula i due imputati hanno rigettato le accuse sostenendo di essere venuti due volte a Cuneo nei giorni successivi all’incendio ma solo per occuparsi dei tre uomini arrestati: il 6 novembre si recarono a Mondovì per parlare con l’avvocato incaricato di difendere i tre, il giorno dopo sarebbero venuti a Cuneo per aspettarli dopo la scarcerazione. Durante la requisitoria, però, il pubblico ministero Attilio Offman ha smentito questa ricostruzione dei due imputati ricordando che già nella denuncia la vittima aveva riferito che dopo averlo minacciato i due dissero che sarebbero andati a Mondovì dai Carabinieri, “ma se quella mattina i tre non si sono incontrati, come avrebbe fatto la vittima a sapere di questa circostanza che effettivamente si verificò?”. Accogliendo la richiesta di condanna avanzata dal pubblico ministero il giudice quindi ha condannato gli imputati a due anni e tre mesi di reclusione e al risarcimento di 6.000 euro, oltre a confermare il divieto di avvicinamento alla parte offesa.

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