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Venerdì 29 marzo 2024

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Il ritratto che va ben oltre la fotografia

Il fotografo Aldo Galliano, quando lo scatto diventa spazio narrativo come lo sviluppo di qualcosa che non può esaurire solo con un immagine

La Guida - Il ritratto che va ben oltre la fotografia

Aldo Galliano è un fotografo particolare e unico. Prima di tutto perché è un grande amante dell’arte e dell’uomo e della donna che fanno arte. Per questo la sua fotografia travalica il semplice ritrattismo fotografico, perché nelle sue fotografie non c’è solo la persona con cui si cerca di far “vedere” qualità fisiche e morali, ma c’è molto di più, c’è un mondo, non solo il mondo del soggetto ritratto, e c’è una comunità. La fotografia, lo scatto diventa spazio narrativo come lo sviluppo di qualcosa che non può esaurire solo con un immagine.
Aldo Galliano da oltre vent’anni fa arte, prima come pittore informale poi come fotografo. Nasce a Cuneo nel 1965,  ha aperto nel 1965 il suo laboratorio/atelier a Costigliole Saluzzo, dove da autodidatta sperimenta materiali vari per le sue produzioni artistiche.  Alcuni anni fa, in occasione della sua prima mostra fotografica “Immagini trovate”, spiegava: “Amo fotografare tutto ciò che la società non prende in considerazione, senza un’idea precisa di cosa voglio ottenere dallo scatto, dunque senza sapere cosa cerco. Alla fine sono solo modi per interpretare me stesso. Una volta trasferite le immagini sul computer, le elaboro digitalmente,il lavoro e finito quando mi emoziona. A questo punto (e non sempre) ci ragiono su e le do un significato. E solo a posteriori che cerco di capire (quasi in un percorso psicanalitico) il perché ho composto l’immagine in quel determinato modo e non in un altro. Posso quindi affermare che i miei lavori sono ottenuti “di getto”. Appena successivamente avviene la riflessione (ed il conseguente porsi domande) su quanto creato”.
E così venivano fermate sulla pellicola scritte su muri, cartelloni pubblicitari strappati, macchie sull’asfalto. Ma non gli basta perché capisce che sono i volti delle persone a colpirlo e a interessarlo. Così li cattura nel suo obiettivo. Perché i volti sono incontri e lo scatto ferma l’attimo di quegli incontri particolari. Così incontra artisti e fotografi italiani .Tra gli “incontri” di Galliano, quelli con Maurizio Galimberti, Michlengelo Pistoletto, Mimmo Jodice, Gianni Berengo Gardin, Giovanni Gastel, Ferdinando Scianna, Uliano Lucas, Letizia Battaglia, Lisetta Carmi e altri ancora.
E ora, in realtà da tempo, lo fa con gli artisti cuneesi. Dal 2015 ne incontra piùà di cento, ne fa il ritratto seduti in un ambiente a loro familiare e in piena spontaneità d’atteggiamento. Poi nel pieno dello stop per il Covid,  Galliano riesce a consegnare “a mano” a  quarantasette di questi artisti il loro ritratto stampato in formato 40×50 e li invita ad intervenire pittoricamente o graficamente sullo stesso per ribadire la loro presenza nonostante la distanza. E gli artisti sono intervenuti ciascuno con la propria personalità, tecnica e materiali creando un’incredibile galleria della creatività artistica locale. L’intervento della mano dell’artista sull’opera del fotografo.
Come spiega Enrico Perotto: “I ritratti originali sono diventati così elementi centrali di un progetto di modificazione delle fotografie in supporti cartacei su cui si sono sedimentati interventi pitto-scultorei o a collage, eseguiti dagli stessi artisti chiamati idealmente a rialzarsi dalla loro condizione di “uomini seduti” per la ripresa in posa e a rimettersi in piedi, per potersi esprimere in atti di fresca e ironica piacevolezza creativa”.
“La mia – dice ancora Aldo Galliano cerca di essere un arte spontanea, autodidatta non colta, che si esprime materialmente attraverso i miei lavori. Sento estremamente forte la necessità di una continua ricerca artistica che liberi le mie sensazioni interiori, la mia espressione avviene quasi totalmente senza studio, istintiva, libera di prendere ispirazione dal mondo che mi circonda, senza perdermi in discussioni estetiche”.
“Nella sequenza fotografica di Aldo Galliano – scrive Ida Isoardi – le figure sedute sono colte in piena spontaneità d’atteggiamento. L’autore ha voluto, per così dire, prendere le distanze dal suo stesso lavoro per ricercare non già la foto “artistica” ma il gesto e l’espressione più quotidiani. L’obiettivo fotografico ha caricato ciò che può apparire come banalità, semplice istantanea, di una valenza profonda che in sé riassume il senso di una totalità di pensiero e di vita”.

Il progetto artistico del fotografo Aldo Galliano, questa volta dedicato interamente alla creatività artistica femminile è visitabile alla Fondazione Peano di corso Francia con D-ARTE, curata con Enrico Perotto, propone 48 ritratti fotografici di altrettante artiste che operano sul territorio cuneese e su cui sono intervenute pittoricamente o graficamente in un ricercato gioco di sovrapposizione di linguaggi e particolari. È visitabile dal giovedì alla domenica dalle 15,30 alle 18,30.

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