Boves – “La guerra è illusione che nasce dal crederci separati. Senza unione non ci sarà mai la pace”. Con queste parole la coordinatrice della Scuola di Pace Alessandra Liberio ha chiuso la serata “Facciamo compiti di Pace” promossa mercoledì 2 marzo dalla Scuola con Parrocchie bovesane e Comune. Si è trattato di un momento di riflessione e condivisione in questi giorni funestati dalla guerra fra Russia e Ucraina.
Sulla stessa linea di pensiero anche l’intervento di don Bruno Mondino. Nell’introdurre la preghiera del Padre Nostro, il sacerdote ha detto “siamo fratelli e la soluzione la dobbiamo trovare come fratelli”.
Molti i partecipanti ai quali la Liberio ha affidato un compito. “Nel periodo di Quaresima, abbandoniamo le lamentele ed i giudizi”, condizioni equiparate al ruolo di vittima e carnefice.
Citando poi un discorso del 1950 di Calamandrei, la coordinatrice ha sottolineato i compiti di una scuola. “Per la Scuola di Pace il compito è quello di ricordare come la pace non sia ideologia ma strumento di tutti”.
In quest’ottica è stata anche brevemente presentata un’iniziativa che porterà a Boves il prossimo 12 aprile un gruppo di studenti definiti “Cuori di Pace” che da alcuni mesi collaborano con la Scuola.
Nei successivi interventi, intervallati dai canti di Valeria Arpino, il Sindaco Paoletti ha confermato l’impegno di offrire ospitalità a una famiglia ucraina (il capofamiglia era già stato ospite da bambino a Boves nell’ambito del progetto “Un sorriso per Chernobyl). La Presidente della Scuola di Pace Enrica di Ielsi ha portato le riflessioni sul conflitto in corso provenienti dai comuni gemellati (Castello di Godego, Mauguio e Schondorf). Don Bruno ha invece introdotto la lettura del messaggio di Papa Paolo VI in occasione della celebrazione della III giornata della Pace il 1 gennaio 1970, “educarsi alla pace attraverso la riconciliazione”.
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