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Giovedì 25 aprile 2024

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A processo il giostraio che avrebbe minacciato il sindaco di Centallo

I fatti risalgono al 18 agosto 2020, quando la festa del paese venne annullata per il generale aumento dei casi Covid

La Guida - A processo il giostraio che avrebbe minacciato il sindaco di Centallo

 

Centallo – È proseguito al Tribunale di Cuneo il processo che vede come imputato P.M., il giostraio che il 18 agosto del 2020 avrebbe minacciato il sindaco di Centallo, Giuseppe Chiavassa.
I fatti risalgono a quel periodo di fine agosto in cui i casi di Covid avevano iniziato a risalire un po’ in tuta Italia e il sindaco aveva deciso in via precauzionale di annullare l’appuntamento in piazza, in quanto la festa avrebbe richiamato una gran folla di persone anche di età medio alta. L’ordinanza di martedì 18 arrivò quando il giorno prima i giostrai avevano ricevuto l’ultimo via libera dall’amministrazione con le indicazioni per la disposizione per il montaggio delle giostre, “avevamo già pagato per gli allacci di luce e gas e stavamo montando le giostre” hanno ripetuto in aula gli ultimi testi della difesa. Il vice comandante della Polizia Municipale comunicò la nuova disposizione e P.M. gli chiese di poter avere un incontro col sindaco per capire il motivo della decisione, ma il sindaco rifiutò l’incontro e così P.M. decise di mettere in atto una protesta per richiamare l’attenzione del primo cittadino. “Ho parcheggiato il cambio perpendicolarmente al cancello, spostato rispetto all’entrata. C’era lo spazio per passare”. Quando arrivò il sindaco il clima era agitato e a P.F., un giostraio che gli mostrò sul telefono il dpcm con le indicazioni per lo svolgimento delle feste, il sindaco rivolse una frase infelice sulla sua disabilità. P.F. rispose a quella frase con una minaccia e poi venne allontanato dall’imputato e dagli altri giostrai. Tutti i testi hanno confermato in aula che non fu P.M. a proferire quelle parole, ma l’altro giostraio che ha chiesto la messa alla prova impegnandosi a versare 400 euro al Comune. Per ultimo ha parlato anche P.M, il quale ha ribadito che quel giorno voleva solo delle spiegazioni da parte del sindaco, “se ci fossero stati casi di Covid a Centallo avremmo smontato subito senza protestare, perché questo era l’accordo, come infatti è avvenuto a Dronero dove il sindaco venne personalmente a dirci che la festa era annullata perché c’era un focolaio. Il sindaco avrebbe dovuto metterci la faccia”.
Il processo si concluderà l’8 marzo con la discussione e la sentenza.

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