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Sabato 20 aprile 2024

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Muffa su piccoli frutti: “Era per sperimentazione e non per vendita”

A processo il titolare di un'azienda all'ingrosso di frutta e verdura nella zona di Boves, dopo controlli dei Nas e dell'Asl

La Guida - Muffa su piccoli frutti: “Era per sperimentazione e non per vendita”

Boves – Quando i Nas di Alessandria entrarono nell’azienda di ingrosso di frutta e verdura, nell’ottobre 2019, trovarono un’impiegata che stava lavorando su 27 chili di ribes, separando quelli ancora buoni da quelli ammuffiti. “Doveva essere un controllo di routine – ha riferito in aula il luogotenente che effettuò la verifica – ma trovammo locali sporchi, dove venivano conservati insieme alimenti e prodotti fitosanitari. Un’impiegata stava separando ribes commestibili da quelli ammuffiti. Trovammo nella cella frigorifera cassette di pere, zucchine, mirtilli invase da muffa”.
I Carabinieri chiamarono gli addetti dell’Asl, scoprendo che l’azienda era già destinataria di una prescrizione relativa alla separazione di prodotti fitosanitari da alimenti. L’Asl accertò il cattivo stato di conservazione dei prodotti, circa una tonnellata tra frutta e verdura, e il titolare dell’azienda G. M. venne rinviato a giudizio con l’accusa di frode in commercio e detenzione di prodotti alimentari in cattivo stato di conservazione. “I prodotti destinati al macero dovrebbero essere conservati in un locale apposito – ha proseguito il luogotenente dei Nas – invece in quel magazzino tutto era conservato nello stesso locale”.
Secondo la difesa però, che ha chiamato a testimoniare la perita agronoma consulente dell’azienda, quei prodotti non erano destinati alla vendita, ma selezionati per essere trattati con uno specifico prodotto in grado di rallentare il processo di marcescenza. “Era stata una stagione molto piovosa e negativa per la frutticoltura – ha spiegato in aula la consulente – e ci accingevamo ad effettuare questa prova con un nuovo prodotto specifico per il rallentamento della marcescenza. Per una serie di impegni pregressi avevamo rimandato questo studio e il controllo dei Nas è arrivato prima che lo potessimo realizzare”.
Secondo la consulente il titolare dell’azienda, essendo un grossista, aveva il dovere di conservare nel tempo i prodotti che riceveva e se trovava gli acquirenti di procedere alla vendita, che infatti nelle bolle di trasporto era indicata con “prezzo da definire”. La sperimentazione di questo prodotto sarebbe servita a garantire una conservazione migliore per poi procedere alla vendita. Il processo è stato rinviato al 27 giugno per ascoltare altri testimoni di difesa e per la discussione.

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