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Giovedì 18 aprile 2024

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Bracconaggio e cacciatori lombardi in Piemonte, no degli ambientalisti

Lettera aperta delle associazioni piemontesi per quanto emerso nel vercellese grazie ai controlli dei Carabinieri Forestali

La Guida - Bracconaggio e cacciatori lombardi in Piemonte, no degli ambientalisti

Cuneo – Doppiette lombarde “sconfinano” in Piemonte e le associazioni di ambientalisti e animalisti non ci stanno: il Tavolo Animali & Ambiente (costituito dalle associazioni animaliste e ambientaliste Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lida, Lipu, Oipa, Pro Natura e Sos Gaia) prende posizione, con una lettera aperta, dopo un fatto emerso nei giorni scorsi per la scoperta nel vercellese di cacciatori provenienti dal bresciano, “pizzicati” dai Carabinieri Forestali mentre abbattevano esemplari di fauna protetta.
“Il Tavolo Animali & Ambiente, costituito dalle associazioni animaliste e ambientaliste Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lida, Lipu, Oipa, Pro Natura e Sos Gaia) denuncia una grave situazione verificatasi in Piemonte.
Nei giorni scorsi, in provincia di Vercelli, in occasione di una serie di controlli condotti dalla Sezione operativa antibracconaggio e reati in danno degli animali dei Carabinieri Forestali, sono stati scoperti numerosi cacciatori provenienti dal bresciano nell’atto di abbattere esemplari di fauna protetta, con modalità vietate dalla legge. Cinque di essi sono stati identificati e denunciati. In particolare, i cacciatori utilizzavano appostamenti fissi (vietati nella nostra regione) e richiami vivi, cioè uccelli catturati illegalmente e poi costretti a cantare per invogliare altri esemplari della stessa specie ad avvicinarsi al luogo ove cacciatori sono appostati.
Tra le specie oggetto di abbattimento, anche alcune particolarmente protette perché in stato di notevole sofferenza: pispole, fringuelli, peppole, migliarini di palude ed altri ancora. Tutte specie di piccoli uccelli, grandi al massimo quanto la cartuccia che li disintegrerà.
L’episodio è gravissimo, perché mostra come le pratiche più brutali e violente dell’attività venatoria, da sempre diffusa in Lombardia e altre regioni, vengono ora importate anche in Piemonte, ove invece erano relativamente poco diffuse.
Stupisce anche il silenzio del mondo venatorio sulla vicenda, che eventualmente non risulta circoscritta a una manciata di cacciatori bresciani, ma può contare su connivenze e complicità a livello locale.
Il Tavolo Animali & Ambiente chiede quindi alle competenti autorità un rafforzamento dell’operazione di controllo del bracconaggio e la condanna esemplare degli individui colti a svolgere questa spregevole attività”.

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