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Giovedì 28 marzo 2024

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“No all’ampliamento delle possibilità di praticare eliski”

Le associazioni ambientaliste intervengono nel dibattito sulla proposta di legge regionale in fase di definizione: "Gravi conseguenze per l'ambiente e la fauna selvatica”

La Guida - “No all’ampliamento delle possibilità di praticare eliski”

Torino – È in corso di discussione in consiglio regionale il testo unificato delle proposte di legge regionale n. 66 e n. 72, inerenti “Modifiche alla legge regionale 26 gennaio 2009, n. 2 (Norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport montani invernali ed estivi e disciplina dell’attività di volo in zone di montagna)”.

In merito, il tavolo “Animali e Ambiente”, costituito dalle più importanti associazioni ambientaliste ed animaliste del Piemonte, esprime forti perplessità su alcuni aspetti dell’articolato in fase di approvazione.

“Vogliamo sottolineare – scrive Piero Belletti di Pro Natura Piemonte in una nota stampa – come risulti inaccettabile il generale allentamento delle norme che sovrintendono all’uso dei mezzi aerei a fini turistici: la pratica dell’eliski, ad esempio, viene autorizzata anche nei giorni festivi e fino a quote altimetriche di 1600 m s.l.m. Non solo, di fatto la si prevede anche all’interno delle aree protette, sia pure a seguito di predisposizione di valutazione di incidenza. Vengono introdotte pratiche quali l’elitaxi e l’elibike, di cui francamente non si sentiva la mancanza, e la cui principale conseguenza sarà quella di snaturare l’ambiente montano e renderlo sempre più simile a un parco divertimenti. Il tutto, però, con gravi danni a quella biodiversità che invece, a parole, tutti si dichiarano convinti a voler tutelare in modo rigoroso. La montagna non si aiuta con iniziative di questo tipo, ma ponendo le basi per uno sviluppo duraturo, che veda nella tutela e valorizzazione dell’ambiente il suo perno fondamentale”.

“L’art. 22 (che sostituirebbe l’art. 28 bis della Legge Regionale 2/2009) prevede inoltre che l’elicottero possa essere utilizzato, senza specifiche autorizzazioni, nel caso di recupero dei capi di cinghiale e cervo abbattuti durante l’attività venatoria. Ci pare una ulteriore e ingiustificata concessione al mondo venatorio, dopo le numerose già approvate in altre iniziative legislative di questi ultimi mesi”.

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