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Martedì 23 aprile 2024

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A processo per truffa ai danni dell’ospedale

Protesi e fili di sutura acquistati e mai utilizzati. In Tribunale il titolare della Sanitor di Nichelino, dopo il patteggiamento del caposala del blocco operatorio e del corriere

La Guida - A processo per truffa ai danni dell’ospedale

Cuneo – Dopo aver preso servizio come direttrice della struttura complessa della farmacia dell’ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo nel luglio del 2018, la dottoressa Claudia Fruttero aveva iniziato il suo controllo di gestione del materiale, notando un incremento di spesa rispetto al 2017; si trattava di spese fatte per le sale operatorie di Chirurgia plastica e Ortopedia. Materiali di sutura e protesi che però erano stati acquistati in misura molto superiore all’effettivo bisogno e in alcuni casi, come per alcuni tipi di fili di sutura ascritti alla sala operatoria della Chirurgia plastica, neanche mai utilizzati perché non adatti a quel genere di interventi. Insieme al dottor Giuseppe Coletta, responsabile della struttura complessa del blocco operatorio, ripercorsero la strada che avrebbe dovuto condurre al materiale pagato e mai utilizzato. Era Antonio Iannicelli, caposala al blocco operatorio polivalente e referente per la logistica a fare gli ordini del materiale necessario e a trasmetterli alla centrale acquisti. Era  stato lui a fare gli ordini di tutto quel materiale non necessario. Era stato poi sempre lui ad aggirare la normale procedura che prevedeva la consegna della merce presso il Punto Unico di Ritiro, firmando personalmente le bolle di consegna di prodotti non richiesti e di fatto non consegnati. Per eliminare le tracce di questa operazione, lo stesso Iannicelli avrebbe modificato i diari operatori dei pazienti, inserendo nel sistema computerizzato in cui vengono registrati tutti i materiali usati in ogni singolo intervento chirurgico, dei prodotti che in realtà non erano stati usati, “si era inserito con la propria password su questo documento digitale – ha riferito in aula la dottoressa Fruttero – e aveva modificato la quantità di materiale utilizzato dai chirurghi. Lo faceva in un breve periodo successivo all’intervento. C’era quindi discordanza tra quanto dichiarato sul diario operatorio digitale e quanto effettivamente usato. Con il dottor Coletta gli chiedemmo spiegazioni su questo materiale che era stato acquistato, ma che non avevamo fisicamente negli armadi del blocco operatorio e lui non ci diede risposte”.
Complice di questa truffa la ditta Sanitor di Nichelino, fornitrice da molti anni dell’azienda ospedaliera Santa Croce. Nei confronti del suo titolare Luigi Martinelli, del corriere Pierluigi Balansino, che forniva a Iannicelli le bolle di questo materiale inesistente, scattò la denuncia per truffa e corruzione aggravata, così come per l’infermiere del Santa Croce che a maggio scorso ha scelto di patteggiare la pena di 2 anni di reclusione. Insieme a lui ha scelto il patteggiamento anche Balansino, a cui è stata contesta solo la truffa, e a cui è stata applicata la pena di un anno di reclusione.
Ha scelto invece il rito ordinario il titolare della Sanitor Luigi Martinelli e il cui processo è iniziato al tribunale di Cuneo. Sulla sua ditta di rivendita di dispositivi sanitari ha investigato la Guardia di Finanza, il cui brigadiere capo Marco Picardi ha riferito ai giudici, “abbiamo acquisito presso la Sanitor tutta la documentazione fiscale, fatture emesse al Santa Croce e fatture passive, ricevute dalle ditte produttrici. Abbiamo notato una differenza tra quanto acquistava e quanto rivendeva. La ditta non aveva quasi magazzino, acquistava in base agli ordini che riceveva dall’ospedale. In pratica comprava 10 e rivendeva 100 all’Aso Santa Croce e Carle”. E così emerse che a fronte di 16 protesi acquistate dalla ditta produttrice, la Sanitor ne aveva fatturate al Santa Croce 274. Stesso discorso per un determinato tipo di fili di sutura che da 108 pezzi erano diventati 2.856. Per altri tipi di  fili di sutura invece non c’era proprio traccia fiscale dell’acquisto dall’azienda di riferimento, ma c’era la fattura emessa al Santa Croce, 2.000 pezzi di un certo filo da sutura, 3.400 pezzi di altro tipo di filo e così via fino a raggiungere una fatturazione totale per l’ospedale di circa 84mila euro, di cui solo il 10/20 % era stato effettivamente consegnato.  La Guardia di Finanza ha quindi controllato il conto bancario di Martinelli, “dal 2104 al 2019 abbiamo notato prelievi cospicui, dai 1500 ai 3000 euro quasi tutti i giorni, per un totale di circa 1 milione e mezzo di euro. Di alcuni c’era un riscontro per pagamenti vari, di altri invece non c’era alcuna traccia”.
Il processo proseguirà il 10 novembre.

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