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Venerdì 26 aprile 2024

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Dura replica di Sturlese a Icardi: “Scelta del Carle un suicidio”

Il consigliere comunale Ugo Sturlese con una dura lettera rivolta ai media provinciali ribatte a quanto affermato dall'assessore regionale Icardi durante la commissione sull’ospedale del Comune di Cuneo

La Guida - Dura replica di Sturlese a Icardi: “Scelta del Carle un suicidio”

 

Ugo Sturlese

 

Cuneo – Il consigliere comunale Ugo Sturlese con una dura lettera rivolta ai media provinciali ribatte a quanto affermato dall’assessore regionale Icardi, che durante la commissione sull’ospedale del Comune di Cuneo aveva bollato senza mezzi termini come “emerita sciocchezza l’idea di un nuovo ospedale presso il Santa Croce di Cuneo, in centro città, dove non si c’è possibilità di sviluppo”, di fatto paragonando la querelle sul nuovo ospedale di Cuneo a quanto accaduto a La Spezia, “eterna opera incompiuta della Liguria”. “L’ospedale Felettino di La Spezia – spiega Sturlese – ha il record di politici che negli ultimi vent’anni ne hanno posato la (presunta) prima pietra, mentre la città ha continuato a mantenere un primato in negativo di pazienti che emigrano altrove. L’ultimo a tagliare un nastro, nel 2016, era stato il governatore Giovanni Toti. Cuneo come La Spezia: 20 anni di attesa di un nuovo ospedale, perché la nostra storia del cambio di sede dell’ospedale è iniziata infatti nel 2005. Salvo che il nostro ospedale è ancora ben funzionante almeno nei fondamentali che si richiedono a un ospedale hub e necessita solo di alcuni ampliamenti e ristrutturazioni per i quali esistono finanziamenti per la messa a norma antisismica e il ricorso ai finanziamenti del documento aggiuntivo al PNRR e, soprattutto, un forte potenziamento degli organici medici e infermieristici”.

“Per l’assessore Icardi – prosegue Sturlese -, che ha dato ampia e inoppugnabile dimostrazione della sua incompetenza nella prima fase del covid (tanto che volevano cacciarlo dalla Giunta) sono “sciocchi” quelli che sostengono la sede attuale (senza peraltro portare alcuna motivazione da parte sua); “cretini” invece i consiglieri di maggioranza della commissione speciale che ingenuamente hanno voluto interessarsi, sia pure non essendo di loro competenza, di come sistemare l’area dell’attuale Santa Croce che dovrebbe essere dismessa, lasciandosi un disastro urbanistico alle spalle. Ma per questo ci pensa lui, il nostro “megaassessore” già sindaco di Santo Stefano Belbo, con qualche ardita operazione di edilizia privata mediante forse un project financing pubblico-privato (parola magica che piace tanto alla destra). Insomma la scelta del Carle si rivela per quello che è: un suicidio poco assistito dell’attuale maggioranza comunale a vantaggio dei privati immobiliaristi. E ci pensa soprattutto un’altra fondazione privata, quella di Verduno, a dirci in maniera impropria se non illecita (il codice appalti è forse stato abolito?) che cosa sarà del nostro ospedale e della nostra sanità. A questo punto credo sia meglio fidarsi degli “scemi secondo icardi” (alcuni dei quali peraltro hanno passato la vita in ospedale) piuttosto che dei consiglieri “cretini, sempre secondo Icardi” e certamente anche disinformati, condotti per mano da un furbetto, presuntuoso e maleducato (idem Icardi) e intanto la medicina territoriale, pur privilegiata a parole, potrà attendere alcuni anni. Ma anche in questo caso ci penserà il nostro geniale assessore, istituendo l’azienda zero, struttura supercentralizzata regionale per l’assistenza alla cronicità, per il 118 e per l’acquisto centralizzato dei materiali (doppione dell’attuale struttura unica d’acquisto), esperienza già fallita in Lombardia in tempi di covid. Pensateci in vista delle prossime elezioni amministrative, comunali e poi regionali. Salviamo l’ospedale Santa Croce dagli incompetenti. Di operatori motivati dal senso di appartenenza, del lavoro di gruppo interdisciplinare e anche di incentivi dal punto di vista economico oltre che di organici adeguati hanno bisogno gli ospedali piuttosto che di contenitori abbaglianti e capaci di confondere le vere aspettative di cura e di salute della gente”.

Ugo Sturlese – già direttore del dipartimento di emergenza e accettazione, già componente del Consiglio superiore di Sanità

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