Nelle vicende di Dany Ren, un “racconto in forma di intervista”, la storia personale si fonde con quella di un popolo, le emozioni, i dolori, le lacerazioni sofferte da una persona sono la cifra per leggere un dramma storico più ampio. Il senso di un libro denso di eventi pubblici e privati sta in questa sintesi che si riflette sulla sua stessa struttura nettamente divisa in due parti: quella che riguarda Dany Ren e quella che presenta un quadro ampio e dettagliato degli avvenimenti che la videro coinvolta e travolta.
Quinta di dieci figli, cresce in una famiglia “non ricca, ma neppure poverissima. Eravamo nel giusto”. Vive un’infanzia serena. I toni con cui la descrive appaiono pervasi di nostalgia, ma anche di sommessa gratitudine. Diversità culturale e religiosa non fanno presa tra i bambini del villaggio. I giochi insieme, i lavori, le feste sono occasioni per condividere gioie e dolori.
Per questo motivo è tanto più netta e drammatica la svolta quando, a inizio anni Settanta, il suo paese viene invaso dai khmer rossi.
C’è nel racconto di questi lunghi mesi drammatici il disorientamento della bambina che, a poco meno di dieci anni, deve d’improvviso diventare adulta, badare a se stessa per salvarsi, districarsi e difendersi nella giungla umana dei campi di lavoro, poi nelle fughe avventurose per raggiungere la Thailandia fino a incrociare un convoglio della Croce Rossa e accendersi qualche speranza.
L’adozione è il passo conclusivo di questa odissea, ma non l’ultimo per ricostruirsi la vita. Ha quindici anni quando una famiglia di Cuneo riesce ad accoglierla. Si tratta ora di imparare una nuova lingua, di vivere in un mondo del tutto sconosciuto ma, ci tiene a sottolinearlo, accogliente.
Nel suo racconto appena si percepisce un nuovo disorientamento mitigato dalla riconoscenza, dalla stessa forza con cui ha affrontato le prove precedenti cosicché, nel rileggere il suo passato, può anche riconoscere nelle difficoltà “tante opportunità che con il tempo mi arricchirono”.
Nella lunga intervista c’è anche il momento del ritorno da Cuneo a Bangkok, dell’incontro con i familiari sopravvissuti, senza peraltro indulgere a sentimentalismi fuori posto. Il racconto è anzi lineare, quasi con un taglio da cronaca, anche se mai distaccato specie allorché ricorda il passaggio più difficile nella nuova vita: la scelta di rientrare a Cuneo, che comporta un nuovo distacco.
La seconda parte del libro ha un taglio saggistico di storia della Cambogia con particolare riferimento al regime imposto dai khmer rossi che diventa alla fine una delle storture dell’umanità che pone domande sull’uomo e sulle sue scelte.
Cambogia. Quando il sorriso si spense
di Dany Ren, Pier Giuseppe Pasero
Primalpe
20 euro
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