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Venerdì 29 marzo 2024

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L’industria cuneese in crescita e il blocco licenziamenti non preoccupa

L'indagine congiunturale di Confindustria Cuneo per il terzo trimestre Tutti gli indicatori sono in crescita, mentre la fine del blocco dei licenziamenti non desta preoccupazioni

La Guida - L’industria cuneese in crescita e il blocco licenziamenti non preoccupa

Conf stampa congiunturale Confindustria Cuneo_lug2021 (4)

Cuneo – È stata presentata oggi, venerdì 16 luglio, l’indagine di previsione per il terzo trimestre 2021 condotta dal Centro studi di Confindustria Cuneo, alla presenza del presidente Mauro Gola, del direttore Giuliana Cirio e della responsabile del Centro studi Elena Angaramo.
L’analisi ha rilevato che tra le aziende della Granda si respira un clima di fiducia, sottolineando il positivo andamento del comparto manifatturiero, confermato anche dalla tenuta dei posti di lavoro, malgrado la fine del blocco dei licenziamenti.
A livello globale il presidente Gola ha evidenziato la ripresa della corsa dell’economia cinese e di quelle, in minor misura, statunitense e dell’eurozona. Per contro, vanno tenuti sotto controllo il caro materie prime e il rischio di un’inflazione troppo alta.
Riguardo allo scenario nazionale, si sta riprendendo il mercato interno, mentre resta assai performante l’export. La propensione al risparmio del reddito disponibile delle famiglie italiane, arrivata a livelli molto elevati a seguito delle preoccupazioni legate all’emergenza sanitaria, continua a essere oltre il doppio di quella prepandemica: se la fiducia dei cittadini si rafforzerà, con la crescita della spesa pro capite i consumi ripartiranno.
Giuliana Cirio ha confermato la forte positività dei dati rilevati dall’indagine congiunturale, con le aspettative sulla produzione tornate addirittura ai livelli del 2018 e la cassa integrazione guadagni prevista in margini del tutto fisiologici.
Elena Angaramo ha evidenziato l’ottima performance del comparto meccanico, resa possibile anche dal fatto che esso, in provincia, è meno vincolato che altrove all’automotive. Per i servizi, sebbene anch’esso in miglioramento, l’àmbito operativo più problematico resta quello dei trasporti e della logistica, investito in modo assai pesante dagli effetti dell’epidemia.
Per quanto riguarda il blocco dei licenziamenti, i numeri relativi alla provincia di Cuneo, per il comparto industriale, parlano chiaro: in un territorio che a fine 2020, quindi con l’epidemia già conclamata, aveva un tasso di disoccupazione sceso dal 5% dell’anno precedente al 4,8% (con quello giovanile passato dal 16,6% al 12,9%), al 16 luglio 2021 risulta che una sola azienda abbia esternato la necessità di ricorrere a licenziamenti collettivi nel prossimo futuro (nel 2019 le procedure di mobilità aperte fra le oltre 1.100 associate a Confindustria Cuneo riguardarono sei aziende, con il coinvolgimento di 238 dipendenti).
D’altro canto, se il ricorso alla cassa integrazione guadagni ordinaria aveva comportato la presentazione di 943 istanze nel primo semestre del 2020, nello stesso periodo del 2021 il loro numero si è ridotto a 322.
A ciò si aggiungono le sottoscrizioni dei premi di risultato: nel periodo gennaio-giugno 2020 lo fecero 11 imprese, mentre nello stesso semestre di quest’anno sono state 33.
Gola ha, dunque, ribadito che le aziende vogliono assumere, non licenziare, ma incontrano difficoltà a reperire collaboratori dotati di una sufficiente preparazione e formazione.

 

I dati dell’indagine

Oltre trecento imprese associate a Confindustria Cuneo hanno preso parte all’indagine di previsione per il terzo trimestre 2021, mettendo in luce un sentiment assai positivo, migliore di quello, anch’esso improntato all’ottimismo, registrato a livello regionale.
Nel manifatturiero il 34,2% delle imprese della nostra provincia indica un aumento della produzione, mentre il 10,1% prospetta una diminuzione. Il saldo (pari a +24,1 punti percentuali) è maggiore di quasi 16 punti di quello di marzo. Sono analoghe le previsioni sugli ordinativi: il 33,7% si attende un aumento, l’11,1% una riduzione.

Si consolidano le attese sull’export. Il saldo ottimisti-pessimisti, poco sopra lo zero nel trimestre precedente, sale a +16,8%.

Sono in netto miglioramento il tasso di utilizzo degli impianti e la situazione dei pagamenti, mentre torna positivo anche il dato sulla redditività.

Si rafforzano, seppure in misura ridotta, gli investimenti: la percentuale di aziende con programmi di spesa di un certo impegno aumenta di poco meno di 4 punti portandosi al 27,6%.

Scende in modo importante il ricorso alla cassa integrazione guadagni (-12,6 punti percentuali), riavvicinandosi ai livelli prepandemici.

Anche nei servizi gli indicatori migliorano in misura sensibile rispetto a marzo.

Il 28,7% delle aziende attende un aumento dei livelli di attività e il 5,6% una riduzione, portando il saldo ottimisti-pessimisti a crescere di 13 punti rispetto a marzo (+23,1%).

Indicazioni analoghe emergono in merito agli ordinativi (+23,1%).

Sono in ascesa gli investimenti di un certo rilievo, riguardanti il 26,7% delle imprese del terziario (erano il 17,6% a marzo), mentre si dimezza la percentuale di aziende che prospetta il ricorso alla Cig (dal 16,5% di marzo al 7,8%).

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