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Venerdì 29 marzo 2024

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Da Carassone a Briaglia per ammirare le colline monregalesi

La lunga storia della frazione di Mondovì si intreccia con la vita dei frati Domenicani

La Guida - Da Carassone a Briaglia per ammirare le colline monregalesi

Mondovì – La frazione di Carassone possiede una lunga storia che si intreccia con la vita dei frati Domenicani, si evolve con la nascita e le vicende di Mondovì e fiorisce nell’arte dei secoli passati e negli eventi storici napoleonici e dell’unità d’Italia. Degna di nota è la chiesa di San Giovanni in Lupazzanio, la cui parrocchia venne affidata ai Padri Domenicani e la loro presenza si interruppe nel 1802 con la soppressione napoleonica. L’ edificio della chiesa fu trasformato nelle forme attuali nei secoli XVII e XVIII. La struttura presenta un’ampia navata centrale affiancata alle due navate laterali sulle quali si aprono alcune Cappelle, le più importanti sono quelle di San Giuseppe a destra e a sinistra quella del Rosario. La chiesa è ricca di decorazioni settecentesche che incorniciano i numerosi dipinti che evocano l’ordine domenicano. In tale contesto, emerge la Cappella del Rosario che da atti comunali risulta essere stata edificata nel 1637 e che ancora oggi è un autentico gioiello.  Accanto alla chiesa parrocchiale, troviamo una particolare rappresentazione della Grotta della Madonna di Lourdes molto curata e particolarmente adornata di fiori e piante nel periodo primaverile. Partendo da Carassone, è possibile intraprendere un percorso verso Briaglia imboccando Via Ressia; la strada è asfaltata, della lunghezza di circa 6 km, e percorribile in un’ora e mezza. La prima parte è pianeggiante e segue il corso del fiume Ellero, si presenta quindi facilmente percorribile anche con bambini o per una semplice passeggiata. L’ultimo tratto è invece in salita ma permette di raggiungere Briaglia e godersi il panorama circostante che si apre tra pianura e collina. Sono molti a percorrerla in bici essendo il percorso poco trafficato ma ricco di attrattive. 

Da Briaglia, è possibile seguire le indicazioni verso i vicini laghetti, raggiungibili in 30 minuti a piedi, oppure recarsi verso il centro paese dove è presente un piacevole percorso alberato che permette di raggiungere la chiesa parrocchiale di Santa Croce. La parrocchia fu eretta canonicamente nel 1726, staccandosi da quella di Vicoforte San Donato. L’attuale chiesa venne costruita tra il 1882 e il 1889 in sostituzione della più antica chiesa settecentesca. L’edificio è arricchito da tre altari barocchi in marmi, una pala d’altare raffigurante l’Invenzione della Croce ed un organo del Bossi. Briaglia possiede un fascino particolare dovuto al suo territorio ricco di storia e piccoli segreti che offrono testimonianza di un’era ormai perduta. Per il paese è infatti possibile trovare pietre scolpite dalla natura e riconosciute in tempi passati come oggetti sacri. A Cascina Macramè, un luogo ricettacolo di arte e didattica, è stato ricostruito un orologio stagionale dell’epoca utilizzando particolari pietre scolpite. Oltre la trattoria Marsupino, è presente la Càsnea: una grotta naturale che ogni 21 dicembre viene percorsa da un raggio di sole fino ad illuminare una coppiglia naturale sul fondo. Il luogo, considerato sacro per gli antichi, risulta essere uno tra i più lunghi tunnel di questo tipo in Europa, forse il più lungo escludendo un sito irlandese noto come “Il Cumulo”. 

Il toponimo Briaglia sembrerebbe derivare dal sostantivo celtico Briaka, in seguito latinizzato in Briaglia. Questo nome risulterebbe composto dal termine Bri (presente anche nell’irlandese antico), che significa “colle” o “rocca”, e dal suffisso Aka. L’origine del Comune, invece, risale al 1796. Il suo territorio era parte integrante del Comune di Vico, la cui origine è molto più antica. Il nome stesso, nonché la presenza di alcune lapidi, fanno supporre un’origine romana mentre, per il periodo successivo, la presenza di una “pieve” e di un “castrum”, costruiti intorno all’anno mille, fanno pensare all’opera di incastellamento attuata dai vescovi di Asti, alla cui diocesi Vico apparteneva. Tale diocesi esercitò su tutta la zona compresa tra il Tanaro e la Stura, un tempo corrispondente all’antico comitato di Bredulo, una forte pressione sia sotto il profilo ecclesiastico che giurisdizionale. Superando Briaglia, il percorso si collega all’itinerario Landandè ed è possibile raggiungere in un’ora la basilica Regina Montis Regalis, in 40 minuti il Municipio di Vicoforte e in due ore Mondovì Piazza; il percorso panoramico permette di godere a pieno la bellezza delle colline monregalesi. A fianco della strada è ubicata la Cappella di San Giovanni: la struttura attuale è ciò che resta del complesso di due chiese affiancate, una più antica dedicata a Santa Maria, del secolo XII-XIII, e l’altra intitolata San Giovanni. La disposizione degli edifici rilevabili dagli scavi ha ragionevolmente evocato la presenza dei Templari e degli Ospedalieri

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