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Venerdì 19 aprile 2024

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Furto di dentifricio e lattine in un supermercato, condannato

L'episodio era avvenuto a Borgo San Dalmazzo nel febbraio 2018, uno dei due ladri si fermò e l'altro si rese responsabile di rapina

La Guida - Furto di dentifricio e lattine in un supermercato, condannato

Borgo San Dalmazzo – Avevano rubato all’interno del Penny Market di Borgo San Dalmazzo 38 confezioni di dentifricio e alcune lattine di Red Bull. A sorprenderli, il 7 febbraio 2018, mentre il più mingherlino dei due si infilava la refurtiva dentro la giacca, era stato l’addetto alla sicurezza che aveva allertato il direttore del supermercato. Arrivati alle casse i due avevano pagato solo un prodotto da pochi euro e stavano per guadagnare l’uscita quando furono fermati. Mentre M. I. R., quello più magro che aveva addosso la refurtiva si era fermato all’istante, l’altro, un ragazzo molto più corpulento, si era lanciato verso l’uscita travolgendo l’addetto alla sicurezza che era caduto contro la vetrata; una fuga che era durata poco e si era conclusa con l’arresto e un patteggiamento per rapina impropria. M. I. R. che non si è mai presentato in aula perché irreperibile, stando a quanto riferito dalla guardia che li aveva fermati, aveva tenuto un atteggiamento collaborativo, “mentre l’altro scappava lui è rimasto fermo e ha subito riconsegnato tutta la merce rubata”. I due giovani rumeni erano già stati segnalati per furti in un supermercato di Bergamo e uno di Settimo Torinese e per questo motivo l’accusa ha chiesto la condanna senza sospensione condizionale. In considerazione però del diverso comportamento tenuto dai due in occasione della rapina al Penny Market, ha riqualificato l’accusa nei confronti di M. I. R. come concorso anomalo in rapina impropria, in quanto l’imputato non partecipò all’ azione violenta ma avrebbe potuto prevedere un simile scenario, e considerati i precedenti specifici, ne ha chiesto la condanna a quattro anni e tre mesi di reclusione. L’avvocato Giovanni Allione, difensore dell’imputato ha invece sostenuto l’estraneità del suo assistito all’evoluzione violenta di quello che doveva essere un furto e che non era giusto che pagasse per la condotta violenta dell’altro; per questo ha chiesto una riqualificazione del reato come tentata rapina e il minimo della pena. La giudice ha accolto la richiesta di condanna, contenendo la pena in un anno e otto mesi di reclusione e 500 euro di multa.

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