Sono i bambini protagonisti di questo debutto letterario che lascia a bocca aperta. Forse i veri protagonisti a ben guardare sono la fame, la sete, la sporcizia e le ingiustizie. In un viaggio di formazione in un ambiente che nega i diritti dell’infanzia e dove è difficile capire chi sono i cattivi e chi i buoni. Jai ha 9 anni, come tutti i bambini va pazzo per i dolci e la televisione come i due amici Pari e Faiz, tutti abitanti di un basti, lo slum di una megalopoli indiana. Se la cavano da soli, come tutti nello slum, e così quando un ragazzo della loro classe scompare, nel totale disinteresse della polizia, si improvvisano detective. Non è il solo bambino che è sparito nella grande città sopra l’immondizia. La polizia non cerca mai nessuno, gli altri incolpano i genitori di averli persi. Ma le domande di Jai stanno muovendo qualcosa e quando le scomparse cominciano a essere tante, i vari abitanti del basti superano la paura della polizia e cominciano a marciare protestando. Addirittura unendo indù e musulmani, legati solamente dalla forza del loro dolore. Vogliono giustizia. Da un lato hanno paura perché le forze dell’ordine potrebbero radere al suolo le loro case di lamiera, dall’altra sono spinte dal desiderio di ritrovare i propri figli perché non ha senso vivere tra quattro mura se le famiglie che ci vivono dentro rimangono incomplete. Questi bambini pattugliano la città fra cani randagi e spazzatura, fra malintenzionati che offrono dolcetti avvelenati e benefattori che cercano di proteggerli. Rimangono sempre piccoli ma senza più innocenza. Una grande scrittura visiva, immediata, carica di vibrazioni che lascia il segno.
La pattuglia dei bambini
di Deepa Anappara
Einaudi
19 euro
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