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Martedì 23 aprile 2024

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Medici e infermieri: “Siamo allo stremo, ma c’è un piano per domani?”

L'allarme del sindacato Anaao Assomed al Santa Croce e Carle di Cuneo: "Manca il personale e non possiamo curare altri malati"

La Guida - Medici e infermieri: “Siamo allo stremo, ma c’è un piano per domani?”

Cuneo – “Il Santa Croce e Carle, come la maggior parte degli ospedali, è già allo stremo in questa seconda ondata di infezioni da Covid-19. Il personale medico e infermieristico è stremato”.
L’allarme è dei rappresentanti del sindacato de medici Anaao Assomed del Santa Croce, Bruno Favilla ed Ernesto Principe che continuano: “Il personale è già allo stremo; la Regione indica di attuare il piano di massima emergenza così tutti sono stati richiamati dalle ferie e i riposi sono sospesi. Purtroppo in alcuni casi non si riesce più a tenere una netta demarcazione  tra i covid positivi e non; per esempio nel reparto di Ginecologia, insieme a malati oncologici di varie specialità chirurgica, sono ricoverate anche le gravide Covid positive. Purtroppo non si riesce a fare in modo diverso”.

Prima della seconda fase la Regione Piemonte aveva annunciato di voler preservare gli ospedali hub, come il Santa Croce di Cuneo, dall’assalto dei malati Covid per permettere la cura delle altre patologie. Gli ospedali “spoke”, gli altri del territorio provinciale, avrebbero dovuto reggere l’urto dei malati Covid. Ma è tutto saltato nel giro di pochi giorni. A settembre i passaggi al Pronto Soccorso del Santa Croce di positivi Covid o presunti tali sono stati circa 180. Nei primi 14 giorni di ottobre nel “percorso  rosso” (per malati di Covid o fortemente sospetti) sono passati circa 110 pazienti. Dal 15 ottobre al 30 ottobre i passaggi sfiorano i 400 pazienti e solo negli ultimi 15 giorni. Così si è dovuto trasformare praticamente tutto l’ospedale per accogliere questi malati perché non bastano i 111 posti messi a disposizione, ovviamente riducendo spazi per le altre patologie, se non per le urgenze e le malattie oncologiche. In particolare sofferenza il dipartimento chirurgico con una netta riduzione delle attività, in quanto i reparti chirurgici sono stati chiusi per permettere di spostare gli infermieri di questi reparti in area medica e Covid.
“Ma se oggi siamo in una situazione drammatica – dicono Favilla e Principe -, visto l’andamento della pandemia, domani cosa succederà? Abbiamo un piano per affrontare l’afflusso sempre crescente? Gli operatori sanitari sono già allo stremo sia per i carichi di lavoro, sia per i sottorganici. È arrivato qualche professionista nuovo ma in realtà da giugno non è stato coperto nemmeno il fisiologico turn-over dei pensionamenti. Quindi ci troviamo ad avere meno personale sanitario che non a giugno quando tutti noi ci aspettavamo assunzioni massicce per affrontare questa seconda ondata data per certa. Non crediamo, dopo quanto successo nella prima fase, sia il caso di chiedere ulteriori sacrifici ad un personale sanitario sempre pronto a rispondere alle esigenze dei malati sempre pronto a sacrificarsi e mai ascoltato quando si tratta di programmazione. Inoltre c’è un netto aumento dei covid positivi tra i sanitari cosa che aggrava ulteriormente la carenza organica. Ci aspettano giorni terribili: per noi sanitari sotto il profilo dell’impegno lavorativo ma soprattutto per la popolazione. E come sindacato medico lo abbiamo sempre detto. Il Covid sarà ” una banale influenza” come dicono i negazionisti e alcuni medici da prima pagina di tabloid e di trasmissioni  Tv, ma banale non è, e soprattutto intasa gli ospedali, blocca tutto il sistema sanitario e non solo, grandi risorse umane ed economiche, ed impedisce di somministrare cure ad altri malati”.
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