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Sabato 20 aprile 2024

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A processo per traffico illecito di animali, frode e riciclaggio

Secondo l'accusa, introducevano in Italia senza le dovute autorizzazioni e vendevano cuccioli di cane privi della necessaria documentazione anagrafica e sanitaria

La Guida - A processo per traffico illecito di animali, frode e riciclaggio

Cuneo – Introducevano in Italia senza le dovute autorizzazioni e vendevano cuccioli di cane privi della necessaria documentazione anagrafica e sanitaria. È approdato al tribunale di Cuneo il processo al cuneese C. B. per traffico illecito di animali da compagnia, esercizio abusivo della professione, frode nell’esercizio del commercio e riciclaggio e a D. M. cuneese residente in Ungheria per traffico illecito. L’inchiesta denominata “Nero Wolf”, ha riguardato numerosi allevamenti e negozi di animali in varie province d’Italia. I cuccioli venivano dall’allevamento ungherese di D. M. e nel cuneese venivano rivenduti da C. B. Fra il 2013 e il 2016 i due avrebbero introdotto e venduto in Italia cuccioli di cane di varie razze, sprovvisti dei documenti necessari. Le indagini avevano preso il via in seguito alla denuncia di alcuni acquirenti che lamentavano le cattive condizioni di salute dei cani acquistati. L’inchiesta condotta dal Nucleo Forestale dei carabinieri di Cuneo ha evidenziato le irregolarità sulle schede di identificazione degli animali. “La scheda di identificazione dei cani è divisa in due parti – ha riferito oggi (lunedì 5 ottobre) in aula il brigadiere del nucleo Carabinieri Forestali – una parte è riservata al proprietario dell’allevamento che inserisce i dati anagrafici del cane e richiede l’identificazione mediante microchip, l’altra è riservata al veterinario che indica le caratteristiche del cane (razza, morfologia, caratteristica del pelo). Abbiamo notato che in queste schede identificative i cani risultavano essere nati presso le abitazioni degli acquirenti e mancavano i riferimenti all’allevamento di provenienza”. Nella successiva perquisizione a casa di B. C. i militari hanno trovato schede identificative ancora in bianco ma già con il timbro della veterinaria implicata nella vicenda e che è uscita dall’inchiesta con un patteggiamento. Nello studio della dottoressa i Carabinieri avevano trovato 187 schede di cani associate all’allevamento di C. B. Per i 15 esemplari di bulldog francesi, 22 cavalier king e cinque chow chow cinesi esaminati, non c’erano riscontri genetici con le presunte madri che erano all’allevamento dell’attuale imputato. Il processo proseguirà il 25 febbraio (immagine di repertorio).

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