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Mercoledì 24 aprile 2024

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 La scritta fascista restaurata infiamma gli animi a Scarnafigi

Un vespaio di polemiche dopo il restauro del pensiero mussoliniano sul muro di cinta del castello

La Guida -  La scritta fascista restaurata infiamma gli animi a Scarnafigi

Scarnafigi – Da alcuni giorni il paese è in subbuglio. Ad accendere gli animi, è il restauro della scritta fascista sul muro di cinta del castello (riporta la frase di Mussolini: “Camminare, costruire e se è necessario combattere e vincere”). Una scritta che si stava sbiadendo con il tempo, invece l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Riccardo Ghigo ha deciso di restaurare la scritta. Di fronte al coro crescente di critiche, Ghigo si è difeso così: “La scritta fa parte di un percorso di 15 opere tra stemmi ed edicole religiose che abbiamo pensato di rimettere a nuovo per rendere più bello il paese e creare un itinerario turistico. Anche quella è una testimonianza di un momento storico del paese e ora ricordarla deve servire come monito perché quelle cose non accadano più”. Ma la motivazione non ha convinto molti scarnafigesi che hanno anche scritto una lettera aperta: “I roboanti slogan della breve ed infausta stagione trionfante del fascismo dovrebbero essere sepolti nella memoria, non dimenticati ma ricordati nell’ intimo come simboli della colpa che per sempre segnerà gli italiani che li gridarono o silenti li ascoltarono, lasciando condurre la Nazione alla dittatura ed alla guerra. Oggi invece sono tornati ben visibili e questo certo non giova all’ immagine dei cittadini di Scarnafigi visto che il loro rappresentante istituzionale ha compiuto tale atto. Che almeno si sappia che molti di essi esecrano tutto ciò”. I lavori della discordia sono costati 1.700 euro. Ghigo ha precisato che il restauro è stato pagato da privati ed associazioni. Ughetta Biancotto dell’Anpi: “Forse sarebbe doveroso sotto la scritta verniciata ricordare i morti e i combattenti per la libertà  vissuti anche a Scarnafigi e ricordare agli abitanti che vostri congiunti sono morti in Albania, Russia ..e in altri paesi ..inviati dalla patria!!”. La segreteria provinciale del Pd e il circolo PD di Saluzzo, Verzuolo, Valle Varaita  e pianura esprimono sconcerto e forte preoccupazione per la vicenda.

 

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