Da non crederci, ma c’è qualcosa in cui l’Italia è prima in classifica in Europa, forse anche nel mondo, USA permettendo. Si tratta dell’interesse ad anticipare il futuro, almeno nel senso di volerlo conoscere prima che avvenga. Forse un’eredità di antiche fattucchiere, forse moderne tecniche della lettura delle carte o dei fondi di caffè, oggi l’Italia sarebbe la prima nella classifica dei sondaggi elettorali sulle preferenze dei partiti nei Parlamenti nazionali. Nel primo semestre di quest’anno ne sono stati fatti e pubblicati 193, quasi il 20% dell’intera Europa, il triplo di quelli fatti nel Regno Unito, oltre il doppio della Spagna, molti di più persino della povera Germania, ferma a 112.
Da chiedersi da dove venga così tanta passione: solo un’innocente curiosità di conoscere l’opinione della gente o l’ansia di tenersi pronti agli smottamenti della politica e mettersi in salvo in tempo o forse un’astuzia per orientare le future scelte degli elettori?
Per alcuni forse anche la tentazione di dimostrare l’inutilità delle consultazioni elettorali ufficiali, stanchi della vecchia democrazia delle urne. Che però sempre più spesso si vendica, con risultati diversi da quelli dei sondaggi.
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