Per raccontare una profonda passione bisogna lasciarsi guidare dalla passione stessa. Prende la mano, chiede tutto. Ospite inatteso si affaccia a ogni angolo anche dove sembrerebbe fuori posto e impone al racconto un ritmo e uno stile. È quel che succede nel libro di Renato Peruzzi, un’autobiografia sportiva fuori schema capace di non perdersi banalmente nello scandire tappe, date e dati, ma di far affiorare tutto dalla vita vissuta in una tranquilla città di provincia com’è Cuneo dagli anni Sessanta in poi.
Una passione vera sa maturare con caparbietà, lancia segnali di tanto in tanto come quel giochetto che la mamma regala a Renato ancora bambino: una pallina lanciata in aria da una molla da riprendere con un piccolo canestro conico. Poi c’è il passaggio obbligato il calcio, anzi il “fulbol” con una “pallonessa” gonfiabile, spelacchiata: esperienza mestamente sempre finita in porta tra gli alberi della Montagnola. Nel ciclismo non va più in là delle palline colorate sul circuito della spiaggia.
“A pensarci ora, tutto ciò successe per segnalarmi la possibile esistenza di qualcosa al di là del fulbol” conclude l’autore. Infatti conosce un altro pallone: giallo, striato da regolari scanalature nere cosparso di tante piccole “pustole”. La pallacanestro è lì ad attendere il suo momento e coinvolge l’autore prima come giocatore poi come allenatore.
La passione diventa vita non perché è esclusiva, ma quando sa entrare confrontarsi con la vita di ogni giorno. Ecco quindi che Peruzzi racconta sempre con lo sguardo sulla sua città. Tra le pieghe si insinuano momenti di questi anni: l’inaugurazione del monumento alla Resistenza, il Comet di Re Saud. Poi si aggiungono suggestive annotazioni di costume che completano il quadro.ì
C’è il gesto dal sapore ormai “antico” del bigliettaio della filovia che al capolinea scendeva per abbassare il trolley e riconnetterlo ai cavi per il percorso inverso o la “corriera” col motore tra l’autista e il posto del passeggero. Poi il ricordo dei banchi di scuola: doppio sedile, calamai annegati nelle scanalature che ospitavano Pelikan o Aurore o i primi pennarelli. Più vicino ci sono le trasferte quando capita anche di vincere la partita a tavolino perché la squadra avversaria non ha trovato le auto per raggiungere la palestra.
Ogni capitolo poi ha la sua fuga in avanti, fuori dal mondo cuneese nell’universo di squadre e giocatori blasonati o di personaggi e mode che hanno scandito il tempo del mondo intero e anche quello di Cuneo. Annotazioni rapide che possono apparire lontane nel tempo, ma fanno parte di un bagaglio di vita che Peruzzi consapevolmente ha voluto inserire con un “sano disordine” perché il basket “sa raccontare delle storie, storie di vita, di inclusione, storie preziose che saltano via dal semplice avvenimento sportivo”.
Tracce. Un mondo di palla a spicchi
di Renato Peruzzi
Nerosubianco
12 euro
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