Cuneo – Entra nel vivo, per il 2020, l’azione di contrasto alla cimice asiatica, parassita devastante per un gran numero di coltivazioni, dalla frutta fresca alle orticole e alle nocciole, che ogni anno causa danni per centinaia di milioni di euro agli agricoltori (600-700 a livello nazionale, almeno 170 in Piemonte). Non c’è una risposta chimica, e comunque viene preferita la lotta biologica: e così si punta sull’antagonista naturale, il Trissolcus japonicus o “vespa samurai”, parassitoide che ne mangia le uova. Tutto questo è possibile grazie alla collaborazione tra pubblico e privato, con il Settore fitosanitario della Regione, la fondazione per la ricerca Agrion (ex Creso), l’Università, organizzazioni professionali agricole e di produttori, Ferrero e fondazioni bancarie, in collaborazione anche con enti di ricerca nazionali. E così negli ultimi anni la cimice asiatica è stata “studiata” per intervenire al meglio con la vespa samurai, che nell’estate sarà protagonista di “rilasci programmati” in almeno cento siti individuati sul territorio: l’obiettivo, inevitabilmente di lungo periodo, è che la vespa samurai raggiunga in Granda e in Piemonte una diffusione tale da riequilibrare naturalmente la presenza della cimice asiatica e renderla così innocua, o almeno meno devastante, per le coltivazioni subalpine.
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