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Mercoledì 24 aprile 2024

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Orto libero, ma non per tutti

Attese comunicazioni dalla Regione. Possibile coltivare gli orti anche se non sono nello stesso comune e anche per chi non è agricoltore, non è possibile curare gli orti (e i giardini) delle seconde case

La Guida - Orto libero, ma non per tutti

Cuneo – Facendo seguito ad appelli e solleciti, lanciati – tra gli altri – dal senatore Mino Taricco e dall’onorevole Monica Ciaburro, è stato dato il via libera dal governo alla cura degli orti di proprietà. Permessa, quindi, l’autoproduzione, la conduzione di piccoli poderi, pezzi di terra, vigneti, oliveti, anche non adiacenti alla propria abitazione, escluse però le seconde case. L’annuncio, via Facebook, della ministra per l’Agricoltura, Teresa Bellanova: “Consentita la cura e manutenzione di orti e terreni privati, consentito spostarsi per raggiungerli, anche nel caso in cui siano in comuni diversi da quello di residenza, certificando la proprietà o il possesso, la produzione per autoconsumo e indicando il percorso”.

La conferma arriva dalle FAQ (Frequently Asked Questions, traduzione di “domande poste frequentemente”) sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri alla voce “Agricoltura, allevamento e pesca”, dove si legge, testualmente: “È consentito, anche al di fuori del Comune di residenza, lo svolgimento di attività lavorative su superfici agricole, anche di limitate dimensioni, adibite alle produzioni per autoconsumo, non adiacenti a prima od altra abitazione?“. “Sì, la coltivazione del terreno per uso agricolo e l’attività diretta alla produzione per autoconsumo rientrano nel codice Ateco 0.1. e sono quindi consentite, a condizione che il soggetto interessato attesti, con autodichiarazione completa di tutte le necessarie indicazioni per la relativa verifica, il possesso di tale superficie agricola produttiva e che essa sia effettivamente adibita ai predetti fini, con indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito. Per gli orti di seconde case si veda la faq precedente”.

Si evince così il divieto di spostarsi in un altro comune per la cura di giardini ed orti di seconde case leggendo la FAQ precedente. “ll DPCM 10 aprile 2020 ha espressamente autorizzato le attività contraddistinte dai codici ATECO riportati nell’allegato 3 dello stesso provvedimento, tra cui figura anche il codice 81.30, relativo alla cura e manutenzione del paesaggio. Questo vuol dire che è consentita anche la manutenzione dei giardini privati?” “Si, tra le attività consentite rientrano la cura e manutenzione di parchi e giardini pubblici e privati e del paesaggio agrario e rurale. Per quanto concerne i giardini privati delle case diverse dall’abitazione principale e ubicate in un altro comune, è consentita l’attività di cura e manutenzione solo da parte del personale incaricato che svolge attività imprenditoriale riconducibile al codice Ateco 81.30, restando fermo che per i proprietari o locatari l’accesso alla seconda casa è consentito solo se dovuto alla necessità di porre rimedio a situazioni sopravvenute e imprevedibili (quali crolli, rottura di impianti idraulici e simili, effrazioni, ecc.) e comunque secondo tempistiche e modalità strettamente funzionali a sopperire a tali situazioni. Resta fermo altresì che nei territori dei Comuni per i quali è stata dichiarata un’emergenza fitosanitaria continuano a potere e dovere essere eseguite su tutte le superfici, anche di limitate dimensioni, le buone pratiche agronomiche ed ambientali prescritte dalle competenti Autorità fitosanitarie”. In pratica, in questo caso possono svolgere eventuali interventi di manutenzione solo aziende specializzate.

L’evidente contraddizione che emerge dal riferimento nella prima domanda a “…superfici agricole…non adiacenti a prima od altra abitazione” e il successivo rimando per quanto riguarda gli orti di seconde case (ovvero “altra abitazione”) alla faq riguardante la manutenzione dei giardini privati, pare risolta dall’affermazione, sempre su Facebook, della ministra Bellanova: “Resta purtroppo il divieto di spostarsi in un altro comune per la cura di giardini ed orti di seconde case”. Per quanto riguarda il riferimento al codice ateco 0.1, che ha creato fraintendimenti anche tra gli amministratori, il senatore Mino Taricco scrive sul suo sito ufficiale: “Possibile coltivare gli orti anche per chi non è agricoltore. Per chi svolge una attività, anche se non è iscritto ad alcun registro per le imprese, si fa comunque riferimento al codice Ateco di appartenenza dell’attività effettivamente svolta. Quindi essendo l’attività di orto attività agricola, fanno tutti riferimento a questo codice Ateco, a prescindere dal fatto che siano agricoltori o meno”. A conferma, ancora una volta vengono in aiuto le FAQ, questa volta dalla sezione “Attività produttive, professionali e servizi”, dove si legge: “Non sono iscritto al registro delle imprese. Posso continuare a svolgere la mia attività produttiva?“. “Dipende dal codice Ateco di appartenenza dell’attività effettivamente svolta. Infatti, occorre sempre fare riferimento ai codici Ateco espressamente autorizzati dall’allegato 3 del Dpcm 10 aprile 2020 e dalle eventuali successive modifiche apportate con decreto ministeriale”.

Riassumendo: è possibile coltivare gli orti anche se non sono nello stesso comune e anche per chi non è agricoltore, non è possibile curare gli orti (e i giardini) delle seconde case se non affidando i lavori ad aziende specializzate. In caso di controlli negli spostamenti occorre autodichiarare il possesso della superficie agricola produttiva, la destinazione all’autoconsumo e l’indicazione del percorso più breve per il raggiungimento del sito. Tutto questo, salvo disposizioni diverse a livello regionale ed anche comunale. Nel frattempo, fa sapere la Coldiretti, in Italia si è verificata una impennata degli acquisti di semi, piantine, fertilizzanti e strumenti domestici per la coltivazione in terrazzo.

Aggiornamento: a tal proposito, il Centro Operativo Comunale di Cuneo, avverte che “il Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 43 del 13 aprile 2020 impone misure più restrittive nella nostra regione e, in attesa di chiarimenti, al momento non ancora disponibili, questo tipo di attività (“recarsi all’orto) non risulta tra quelle che possono giustificare spostamenti.

 

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