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Martedì 23 aprile 2024

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“Preghiera e servizio sono le nostre armi vincenti”

La benedizione eucaristica "Urbi et Orbi" e le parole di Papa Francesco in diretta tv e sui social a tutto il mondo

La Guida - “Preghiera e servizio sono le nostre armi vincenti”

Davanti a una piazza San Pietro piovosa e insolitamente vuota, papa Francesco ha chiamato a raccolta, attraverso la tv e i social, i fedeli di tutto il mondo per una preghiera speciale. Vangelo, supplica davanti al Santissimo Sacramento esposto sull’altare nell’atrio della Basilica e la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria, anche il rito della benedizione eucaristica “Urbi et Orbi”, come avviene a Natale e Pasqua, per pregare insieme contro la pandemia del Covid-19 che sta colpendo ormai tutto il mondo.

Ha detto papa Francesco: “Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti  come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa”.

E raccontando quel brano del Vangelo di Marco di Gesù che calma la tempesta ha continuato: “Maestro, non t’importa che siamo perduti?… Tra di noi, nelle nostre famiglie, una delle cose che fa più male è quando ci sentiamo dire: “Non t’importa di me?”. È una frase che ferisce e scatena tempeste nel cuore. Avrà scosso anche Gesù. Perché a nessuno più che a Lui importa di noi. Infatti, una volta invocato, salva i suoi discepoli sfiducia”. E ancora “questo è un tempo di scelta: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri. E possiamo guardare a tanti compagni di viaggio esemplari, che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita. È la vita dello Spirito capace di riscattare, di valorizzare e di mostrare come le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni, solitamente dimenticate, che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermieri e infermiere, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo. Davanti alla sofferenza, dove si misura il vero sviluppo dei nostri popoli, scopriamo e sperimentiamo la preghiera sacerdotale di Gesù: “che tutti siano una cosa sola”.
“Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza – aggiunge il Papa – avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità. Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera. Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti. La preghiera e il servizio silenzioso: sono le nostre armi vincenti”.

Davanti all’icona originale della Salus Populi Romani, la venerata effigie mariana della Basilica di Santa Maria Maggiore che la tradizione vuole realizzata da San Luca e il Crocifisso dei Miracoli di San Marcello al Corso, alla cui intercessione prodigiosa si attribuisce la sconfitta della peste del 1500 che massacrò Roma, Papa Francesco ha benedetto tutti “da questo luogo che racconta la fede rocciosa di Pietro, vorrei affidarvi tutti al Signore, per l’intercessione della Madonna, salute del suo popolo, stella del mare in tempesta. Da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo scenda su di voi, come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio. Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori… non lasciarci in balia della tempesta”.

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