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Giovedì 25 aprile 2024

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Il Vescovo di Mondovì scrive ad Aldo Rolfi

Dalle comunità cristiane del Monregalese la solidarietà al figlio di Lidia Beccaria Rolfi, dopo il gesto di odio razziale di cui è stato vittima

La Guida - Il Vescovo di Mondovì scrive ad Aldo Rolfi

Egidio Miragoli

Mondovì – Anche il Vescovo di Mondovì Monsignor Egidio Miragoli interviene in merito al “gesto inqualificabile di odio razziale” che nella notte tra giovedì 23 e venerdì 24 gennaio, nel quartiere Breo del capoluogo monregalese, ha visto ignoti imbrattare con una stella di David e la scritta in tedesco “Juden Hier” – “Qui ci sono Ebrei”, la porta dell’abitazione di Aldo Rolfi, figlio di Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana e internata nel campo di sterminio di Ravensbrück.
A nome delle comunità cristiane monregalesi, il Vescovo ha scritto una lettera indirizzata ad Aldo Rolfi in cui gli esprime “profonda e sincera solidarietà” e in cui auspica “che la società monregalese tutta sappia reagire al vile episodio compattamente, testimoniando la propria scelta per una convivenza inclusiva, rispettosa dell’altro, capace di tolleranza e di fraternità”.
Riportiamo qui di seguito il testo integrale della missiva.

 

Egregio Signor Aldo Rolfi,

in questo momento davvero sconcertante, in cui Lei e Sua madre sono stati fatti bersaglio di un gesto inqualificabile di odio razziale, con l’inquietante scritta tracciata sulla porta di casa, sono ad esprimerLe – anche a nome delle comunità cristiane monregalesi – una profonda e sincera solidarietà.

Quanto tristemente avvenuto, oltre a prendere di mira Lei e la Sua famiglia, va a colpire in modo ignobile la memoria della mamma Lidia, ma è motivo di sgomento e vergogna per tutti noi. Ho saputo e letto, da più parti, delle coraggiose scelte di vita di Sua madre, della sua militanza da giovanissima nella Resistenza, della sua forza nel reggere ai terribili dodici mesi nell’inferno del Lager di Ravensbrück, del suo coraggio, al ritorno, nel rendere lucida testimonianza con scritti, lezioni e insegnamenti su quelle pagine oscure della recente storia.

L’eredità di mamma Lidia è preziosa, è memoria e monito, su un fronte sul quale non bisogna mai abbassare la guardia. L’ignobile scritta sulla Loro porta di casa è infatti prova di come, una volta di più, nei momenti di crisi (non solo economica) le menti e gli spiriti più poveri tendano a portare indietro l’orologio della Storia, riesumando le espressioni di un’intolleranza e di un’aggressività senza senso e senza limiti: quelle di chi non ha argomenti e verosimilmente reca in sé un vuoto abissale. Ripristinare le parole e i modi che inaugurarono la tragedia più spaventosa del secolo scorso è prova di un ritardo culturale e di una meschinità umana di fronte ai quali ogni uomo degno di questo nome inorridisce, anche a Mondovì, dove i nostri fratelli ebrei pagarono la repressione delle leggi razziali con la morte nei Lager.

Mentre Le rinnovo la mia vicinanza e Le assicuro la mia preghiera, auspico che la società monregalese tutta sappia reagire al vile episodio compattamente, testimoniando la propria scelta per una convivenza inclusiva, rispettosa dell’altro, capace di tolleranza e di fraternità.

Anche per dare un futuro di dignità piena alle nuove generazioni.

Con cordiale saluto.

 

Mondovì, 24 Gennaio 2020

+Egidio Miragoli

vescovo di Mondovì

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