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Giovedì 25 aprile 2024

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Unità cinofila dei Carabinieri interviene a Robilante

La segnalazione su Facebook era una bufala, ma le esche sono usate

La Guida - Unità cinofila dei Carabinieri interviene a Robilante

Robilante – Bocconi avvelenati sulla passeggiata Ego Bianchi e due, forse tre, cani morti. La notizia è pubblicata sulla pagina Facebook “ViviAmo Robilante”. Il sindaco Massimo Burzi, interpellato in merito, ci riferisce di non avere informazioni o ricevuto segnalazioni e, per precauzione, allerta i Carabinieri forestali. Sul posto interviene l’Unità cinofila antiveleno. Il carabiniere Emanuele Gallo con il cane Kira, il 9 gennaio, controlla la zona senza il rinvenimento di esche velenose. Non risultano neppure depositate denunce di cani ritrovati morti. “L’amministrazione ringrazia i forestali per il pronto intervento e la sensibilità dimostrata”, dice l’assessore Renato Pasta.

Un allarme inutile, una bufala o “fake”, per dirla all’inglese. Un post pubblicato “per sentito dire”, si evince da ciò che scrive l’autore, come ne appaiono tanti sui Social. Il tema dei bocconi avvelenati però esiste, è tutt’altro che irrilevante ed ha ripreso consistenza recentemente per combattere specie selvatiche o randagi non graditi. L’ultimo esempio è quello dell’aquila intossicata da un’esca per i lupi ritrovata a fine dicembre in valle Stura.

Tra il 2014 e il 2018, riportano i dati dell’Istituto zooprofilattico e del CemedforVet (Centro di referenza nazionale per la medicina forense veterinaria), in Piemonte sono stati inviati per sospetto avvelenamento 1228 animali (447 i positivi) e 756 esche o bocconi tossici (285 positivi). Il fenomeno è serio, tant’è che l’estate scorsa il Ministero della Salute ha pubblicato un’ordinanza (n.12/2019) per aggiornare le norme in materia di divieto e detenzione di esche e bocconi avvelenati. L’obiettivo è di impedire l’abbandono di veleni e sostanze tossiche per l’ambiente e rischiose per la salute, soprattutto dei bambini. Oltre a ciò l’ordinanza vuole inibire i danni agli animali sia domestici sia selvatici e prevede protocolli di segnalazione a cura dei cittadini e dei sindaci. In caso di domestici avvelenati i proprietari devono portali al proprio veterinario che attiverà la necessaria procedura; se si tratta di un selvatico o di un randagio, il referente per avviare l’iter è il sindaco competente per territorio. Nel caso ci s’imbatta in fauna sospetta di avvelenamento, esche o bocconi è importante non toccare nulla e fare la segnalazione al 112, dando riferimenti precisi per la loro individuazione e scattando fotografie da mettere a disposizione delle autorità competenti.

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