La Guida - L'informazione quotidiana in Cuneo e provincia

Venerdì 26 aprile 2024

Accedi a LaGuida.it per leggere il giornale completo.

Non hai un accesso? Abbonati facilmente qui.

Marina Zambelli, da Bergamo a Cuneo nel segno del volley

La centrale bergamasca è alla seconda stagione nella Bosca S.Bernardo Cuneo. Domenica 13 inizia il campionato di pallavolo femminile di Serie A1

La Guida - Marina Zambelli, da Bergamo a Cuneo nel segno del volley

Cuneo – Marina Zambelli è arrivata a Cuneo nel 2018 da Bergamo, quindi le città in cui si respira pallavolo le conosce bene. 

“Si può dire che Bergamo è per il volley femminile quello che Cuneo è per il maschile. Sono città con società che hanno fatto la storia di quello sport, che rimarrà sempre e comunque nel cuore di chi l’ha vissuto” spiega con la voce che tradisce l’affetto per la sua Bergamo.

Marina Zambelli, centrale classe 1990 (è nata il 1° gennaio), è alla sua seconda stagione a Cuneo, dove è arrivata dopo diverse esperienze, anche all’estero e dove ha deciso di rimanere, dopo la passata bella stagione nelle fila della Bosca San Bernardo.

Quali sono i motivi della scelta di restare a Cuneo?

“A Cuneo sono stata benissimo. Non lo dico per dire. La trovo simile a Bergamo, con una storia di volley importante, anche se qui nel maschile e là nel femminile. Credo le due realtà siano paragonabili. Ti confronti con tifosi che conoscono bene la pallavolo, a cui non interessa solo il risultato. Credo sia anche per questo che li abbiamo conquistati l’anno scorso, anche se era difficile vista la storia di volley da cui veniva la città”.

È stato difficile inserirsi in una storia così?

“Un po’ sì, inutile negarlo, ma credo che alla fine abbiamo conquistato i cuneesi proprio per questo: perché hanno visto il nostro impegno e la nostra passione. È anche per questo che sono restata, per il clima che ho trovato qui a Cuneo. Poi la città è bella, a misura d’uomo, si vive bene. Certo i cuneesi non sono proprio apertissimi all’inizio, ma basta imparare a conoscerli…”.

Come è iniziata la tua storia nel mondo della pallavolo? Eri una di quelle bambine che era tutte le domeniche al palazzetto a sognare vedendo le sue beniamine della Foppapedretti?

“No, a dire la verità no. Sono arrivata al volley relativamente tardi, prima ho provato anche altri sport. Ho iniziato a giocare solo in terza media, perché tutte le mie amiche lo facevano e così ho fatto anche io. Ho iniziato nel pallavolo Zogno, la squadra del paese in cui vivevo. Poi mi è piaciuto e ho iniziato ad appassionarmi. Ero anche bravina, così dopo un anno a Zogno mi hanno chiesto di entrare nelle giovanili del volley Bergamo, la Foppa, insomma. Di lì sì, la passione è iniziata a crescere, ho cominciato a seguire la serie A1 e poi è stato tutto un crescendo. Ho fatto a Bergamo tutte le giovanili fino all’Under 18 e poi la serie D, fino ad arrivare in A1, in quei due anni d’oro in cui abbiamo vinto tutto: scudetto e Champions. Poi sono stata un anno in A2, a Santa Croce, e poi ancora un anno nella Foppapedretti. Nel 2013 è iniziata la mia avventura all’estero: tre anni in Francia (al Rocheville Le Cannet di serie A ndr) e poi sono rientrata in Italia, con una stagione a Bolzano e una a Casalmaggiore, prima di approdare a Cuneo”.

Quando hai capito che eri brava e avresti potuto arrivare lontano?

“È difficile dirlo: probabilmente non lo realizzi fino a che non ci arrivi. Certo, già quando dallo Zogno mi hanno chiamato a Bergamo avevo capito che forse avevo qualche potenzialità in più delle mie compagne, ma non pensavo che la pallavolo avrebbe potuto diventare il mio lavoro. Per me era un primo passo e una bella opportunità, tutto qui. Poi crescendo ho sempre sperato di arrivare in A1: all’inizio, in A1, ero la ragazza giovane che doveva imparare, poi piano piano ho iniziato a giocare e sono diventata titolare. Ma neanche me ne sono accorta: lavori lavori e alla fine arrivi. È questo il bello”.

Tanti i sacrifici e le rinunce per arrivare fin qui?

“Un percorso come questo ti mette davanti a scelte e decisioni che spesso comportano delle rinunce. Personalmente il sacrificio più grande è stato lasciare famiglia e amici, che naturalmente ci sono sempre, però il tempo da dedicare loro è diminuito drasticamente. La distanza c’è e comporta vedersi molto meno e meno spesso: per me è stato senza dubbio il sacrificio più grande. Nonostante questo, comunque, rifarei ogni cosa: perché ogni scelta è stata la scelta migliore per me”.

Come ti vedi fra 10 anni?

“I primi anni della mia carriera una domanda del genere non me la sarei mai posta. Ora sì: sto iniziando a chiedermi cosa so fare o vorrei fare, perché non potrò fare questo mestiere per sempre. Certamente mi vedo con una famiglia: mi sono sposata, mio marito vive a Bergamo e sono molto felice di aver trovato una persona da avere al mio fianco, nonostante la distanza. Ma so che non sarà per sempre così, non farò per sempre questo lavoro e la mia vita cambierà, azzerando anche la distanza. Mi sono anche iscritta alla facoltà di Scienze dell’alimentazione e sto studiando. Non è semplice conciliare lo studio con la vita sportiva e gli allenamenti, ma ci sto provando. Vedremo dove mi porterà”.

Per chiudere una battuta sul campionato. Come vedi quello che sta per iniziare?

“Onestamente quest’anno mi sembra più complicato dell’anno scorso. La nostra società si è posta, giustamente, un’asticella più alta come obiettivi. Ma non sarà facile perché tutte le squadre si sono rafforzate e le neo-promosse sono delle incognite. L’anno scorso c’erano formazioni, penso al Club Italia ad esempio, che permettevano di tirare il fiato perché un po’ meno attrezzate. Quest’anno tutte hanno lo stesso obiettivo e quindi sarà più dura perché ogni match sarà una battaglia”.

Sara Comba

Leggimi la notizia!

La Guida - testata d’informazione in Cuneo e provincia

Direttore responsabile Ezio Bernardi / Editrice LGEditoriale s.r.l. / Concessionaria per la pubblicità Media L.G. s.r.l.

Sede legale: via Antonio Bono, 5 - 12100 Cuneo / 0171 447111 / info@laguida.it / C.F. e P.IVA: 03505070049
Aut. Tribunale di Cuneo del 31-05-1948 n.12. Iscrizione ROC n. 23765 del 26-08-2013

La Guida percepisce i contributi pubblici all’editoria previsti dalle leggi nazionali e regionali.
La Guida, tramite la Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Privacy Policy Amministrazione trasparente