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Giovedì 18 aprile 2024

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In cammino con la Carovana della Pace

Domenica 22 settembre tre i percorsi per raggiungere Boves che partono dai luoghi della resistenza di Cuneo, Chiusa Pesio e Borgo S. Dalmazzo

La Guida - In cammino con la Carovana della Pace

Boves – “Voi griderete prima che gridino le pietre?”. È la domanda di Papa Francesco a cui la Carovana della Pace 2019 vuole rispondere. Camminare insieme per dire “no” al clima di odio che si respira nel nostro paese, come ha riportato il Censis nella relazione del 2018. Domenica 22 settembre tre ospiti sanno presenti sul palco allestito in Piazza Italia a Boves: don Luigi Ciotti, don Luigi Di Piazza e Zia Caterina. Da quest’anno i percorsi diventano tre per arrivare a Boves: a Cuneo il ritrovo è al monumento della Resistenza alle 13.30, a Chiusa Pesio alle 12.30 al Monumento dei Caduti arrivando a Peveragno alle 13.45 in piazza XXX Martiri, infine a Borgo San Dalmazzo alle 14 al memoriale della Deportazione. Alle 16 è previsto l’arrivo a Boves. 

Il percorso delle tre Carovane non subirà cambiamenti, anche in caso di pioggia. Verranno mantenuti i punti tappa di Mellana, Sant’Anna, Fontanelle e Peveragno. In caso di pioggia eccessiva la manifestazione prevista in Piazza Italia a Boves potrebbe essere spostata al Teatro don Bernardi (Piazza dell’Olmo 6).

Una novità di quest’anno che sta a significare, secondo quanto riferisce don Flavio Luciano, un attaccamento ai territori e alle realtà locali.

La Carovana della Pace è una manifestazione animata dalla Commissione Giustizia e Pace della diocesi di Cuneo, insieme a tante associazioni del territorio, inserita nei percorsi celebrativi degli eventi tragici avvenuti a Boves nel settembre 1943.

“La Carovana 2019 – dice don Flavio Luciano, vicario episcopale per la Carità della diocesi di Cuneo – vuol aiutarci a scuoterci dall’indifferenza e dall’egoismo, malattie spirituali del nostro tempo, che possono infettare tutti noi. Il messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2019 scritto da Papa Francesco ha un titolo significativo: ‘Non si tratta solo di migranti’. Un ritornello ripetuto che ci ricorda che quando si parla degli altri si parla anche di noi stessi, perché non c’è un io senza un tu, non c’è esistenza umana se non nell’ambito della relazione con gli altri, non c’è esperienza di fede autentica e di appartenenza ecclesiale se non all’interno di relazioni comunionali. Non si è veramente umani, dunque, se qualcosa che riguarda l’essere umano non ci tocca più o, peggio, suscita in noi durezza, ostilità, chiusura. Poi, aveva scritto tempo fa Papa Francesco, peccato è rinunciare all’incontro con l’altro, all’incontro col diverso, col prossimo, che di fatto è un’occasione privilegiata d’incontro col Signore”.

L’invito è rivolto alle parrocchie ad essere presenti, e ai giovani ad animare con la loro voce e il loro entusiasmo. 

Don Luigi Ciotti

Fondatore del gruppo Abele e dell’Associazione Libera sarà presente don Luigi Ciotti, con la potenza della sua parola e della sua vita. Ultimamente ai giovani capi scout ha ricordato che “la speranza per il domani poggia sulla resistenza di oggi e il futuro ci chiede di andargli incontro, non attenderlo arroccati nei nostri problemi, nei nostri limiti, nelle nostre paure, nelle nostre fatiche. Vi prego, noi dobbiamo cambiarla la storia, non subirla”.

Don Pierluigi Di Piazza

Pierluigi Di Piazza in tutta la sua vita ha cercato di non voltarsi dall’altra parte, come recita il titolo del suo ultimo libro, ma di fare dell’accoglienza di qualsiasi altro, diverso, la caratteristica del suo agire.  Spesso il sacerdote ripete che dobbiamo sconfiggere prima i muri che sono in noi, perché l’accoglienza è presente nel cuore, nella coscienza, nell’intelligenza, prima che nell’organizzazione. Ha pagato un forte isolamento dovute dal suo spirito e dalle sue scelte rivolte all’accoglienza e alla pace.

Caterina Bellandi, ovvero Zia Caterina

Zia Caterina dopo la morte del marito di cancro ha messo il taxi ricevuto in eredità a disposizione dei bambini malati di tumore e dei famigliari, per aiutarli a vincere le loro paure. Li chiama, questi bambini, supereroi.  Come dice Zia Caterina: “Il supereroe può essere chiunque quando impara a conoscere e a sconfiggere le proprie paure e in questo i miei bambini sono dei supereroi perché stanno combattendo contro il peggiore dei nemici: la morte. Per diventare supereroe devi essere presente. Sia nel bene che nel male. Devi vivere il momento con straordinaria forza d’animo e fare ciò che devi fare. Devi vivere con tutto te stesso quello che ti è chiesto di vivere nel momento. Non vivere niente a mezzo ma tutto nella sua totalità”. Una donna che risponde al grido di dolore dei piccoli, con fantasia e creatività. 

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