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Giovedì 28 marzo 2024

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Le opere di Maurizio Ovidi in mostra a Manta

La Guida - Le opere di Maurizio Ovidi in mostra a Manta

Manta – Inaugura sabato 26 agosto alle 18 la mostra “Uso lo sguardo” dell’artista Maurizio Ovidi allestita presso la chiesa Santa Maria del Monastero, in via Rivoira a Manta. L’esposizione, dodicesimo appuntamento della rassegna GrandArte 2016/2017 “Identità perdute?”, è curata da Ugo Giletta e realizzata con il patrocinio del Comune di Manta.   La rassegna prevede la vendita delle opere in mostra per contribuire al progetto sociale delle Case del Cuore sostenuto dall’associazione Amici delle Case del Cuore. La mostra sarà visitabile fino al 17 settembre con il seguente orario: venerdì, sabato e domenica  dalle 16 alle 19. Maurizio Ovidi è nato nel 1957 a Cuneo, dove vive e lavora. Svolge il lavoro di Coordinatore di progetti a carattere educativo e di reinserimento sociale di persone svantaggiate, e in parallelo è impegnato nell’attività artistica. Dal 1975 ha iniziato a partecipare a esposizioni collettive in Piemonte, Lombardia e Liguria. Nel 1983 ha tenuto la sua prima personale alla Galleria Giancarlo Salzano di Torino. Oltre alla partecipazione a eventi (Miart, Saluzzo Arte, Cuneo fiera) e mostre collettive (presso la Galleria Il Brandale di Savona, la Galleria Marin e la Galleria Giancarlo Salzano di Torino, Il Fondaco di Bra, la Galleria Confini e la Galleria Il Prisma di Cuneo), ha realizzato diverse mostre personali (a Saluzzo, Dogliani, Cuneo e Torino). Hanno scritto Ida Isoardi e Roberto Cavallera in Le arti visive (1900-1980) (in M. Calandri – M. Cordero (a cura di), Novecento a Cuneo, Cuneo, 1999, Tomo II), Maurizio “realizza lavori estremamente suggestivi, tesi, drammatici eppure leggeri, mai scontati, dove l’abbondante materia pittorica, cupa, uniforme, annullatrice di ogni dimensione spaziale, dialoga metafisicamente con minimi inserti fotografici di singole figure o di edifici sospesi in un’atmosfera dechirichiana”. Il curatore della mostra, Ugo Giletta afferma che “nella centralità dell’opera di Ovidi c’è l’umano raffigurato, l’uomo ritratto con attorno a se gli oggetti della quotidianità. Nei suoi lavori possiamo vedere attorno alla (quasi sempre sola) figura umana numerose situazioni come in “Alba”, opera del 1995 in cui il rapporto è tra natura e segno fino a “Arrampicatore” del 2014 che ci racconta, con il richiamo materico del legno e della corda, un momento del vissuto passionale di Mimmo, oppure “Fuga” del 2015, per finire con un’opera ultima del 2016 dal titolo “Uscita”, quasi a presagire una volontà di uscire dalla scena. Non importa con quale tecnica, sia pittorica, fotografica o scultorea è rappresentata la figura umana nei lavori di Ovidi, per i più intimi Mimmo, ciò che importa è la valenza immanente dell’ immagine stessa. Se il ragionamento si sofferma, quindi, alla semplice comprensione dell’immagine, non rendiamo giustizia all’impegno dell’artista che verrebbe valutato con termini minimamente semplici. Nei lavori di Mimmo, mi pare che ci sia un dialogo tra apparente immanenza delle cose e l’intuizione della trascendenza. Concetto assai più complesso! Ma se si tratta di un gioco, il “gioco” di Ovidi è quello di costringerci a pensare all’alterità, ad approfondire il concetto sulla rappresentatività dell’immagine che assume una valenza soggettiva che trascende la totalità”. E proprio l’artista in una recente intervista, ha affermato che il problema è “di sguardo… uso lo sguardo per portare a casa ciò che vedo”.

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