Vinadio – È stata inaugurata con successo ieri venerdì 21 luglio nelle Dodici Camere di sparo del Forte Albertino,la mostra “Riflessi di identità” degli artisti del gruppo Leda. È l’undicesimo appuntamento della rassegna “GrandArte 2016/2017- Identità perdute?” e mentre sono aperte ancora le mostre alla Castiglia di Saluzzo e Casa Biancotto di Busca, una nuova prestigiosa esposizione si apre negli spazi suggestivi del Forte di Vinadio con le opere di Tiziano Ettorre, Manuela Fonti, Giuseppe Formisano, Grazia Gallo, Giorgio Giordano, Emanuele Greco, Daniele Guolo, Cristina Saimandi e Anna Salomone. Il gruppo è composto da artisti di origini cuneesi e non, attivi in città o nel territorio e accomunati dal ruolo di docenti nel Liceo Artistico “Ego Bianchi” di Cuneo, e si era presentato al pubblico per la prima volta con la mostra “Leda e il cigno – Finzioni e visioni da un mito” nel maggio del 2016. Ora una parte di questi artisti, nove per l’esattezza, si ritrova in una mostra curata da Enrico Perotto, con il patrocinio del Comune di Vinadio nella rassegna di GrandArte e resterà aperta dal 21 luglio al 17 agosto il giovedì, il venerdì, il sabato e la domenica dalle 15,30 alle 18. I nove artisti hanno accettato di confrontarsi liberamente con il tema suggestivo della rassegna promossa dagli organizzatori di GrandArte 2016-2017, Massimiliano Cavallo e Giacomo Doglio, realizzando opere dal forte impatto visivo e dall’intimo intento di rifarsi a motivi e circostanze della vita umana e di quella naturale a loro modo paradigmatici che ben si rapportano agli spazi contigui delle stanze da sparo del Forte Albertino di Vinadio. “Ciascuno – scrive il curatore Enrico Perotto, docente al Liceo Artistico di Cuneo – si è espresso con rinnovato entusiasmo attraverso il linguaggio pittorico e plastico che più gli è consono, chi con immagini dominate da forme naturali emblematiche e intrise di colori pulsanti di vita; chi con elaborazioni grafiche in cui si sedimentano le tracce delle “identità perdute” di coloro che vivono esistenze indeterminate e relegate agli ultimi posti della nostra società divisiva del benessere; chi soffermandosi sull’idea di figura come immagine-nuvola, dai contorni indefiniti, che sfumano al disopra di superfici di bianco puro, per farci meditare sull’indeterminatezza delle nostre certezze visive e sull’instabile situazione del rapporto uomo/natura; chi ricerca con il linguaggio della pittura astratta di immergere lo sguardo dell’osservatore in spazi aerei pervasi di vapori leggeri intrisi di luce, che lasciano intravedere in dissolvenza configurazioni geometriche, come memorie di passate e delicate intenzioni d’arte; chi guarda al mondo degli uomini come palcoscenico in cui vanno in scena aspetti estremi della vita, oscillante tra il doloroso confronto e quello riappacificante della bellezza e degli affetti amorosi”."Cantavano – ha detto il sindaco Angelo Giverso nell’inaugurazione – mette i fiori nei vostri cannoni, noi ora nelle stanze che furono per chi sparava e che hanno visto atrocità nei confronti di prigionieri, ora mettiamo quadri e sculture, mettiamo la bellezza dell’arte per mandare messaggi di una nuova convivenza. Ringrazio le associazioni GrandArte e Amici Case del Cuore e il curatore Enrico Perotto di aver coinvolto Vinadio in questa belle avventura provinciale di GrandArte, che sta avendo grandi successi".
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