Mondovì – Parla dell’arte, della poetica che la anima, della personale visione della vita sottesa alle sue creazioni: Francesco Franco, classe 1924, si racconta nella sua casa torinese, nel corso di una conversazione con l’amico architetto, Lorenzo Mamino. L’intervista, realizzata dall’assessore alla Cultura del Comune di Mondovì, Luca Olivieri, assume la forma della libera riflessione e lascia ampio spazio al dialogo tra i protagonisti. Un estratto della registrazione, la cui durata complessiva supera gli 80 minuti, animerà la sala del Museo della Stampa dedicata all’artista: la sezione ospiterà il torchio calcografico utilizzato dal maestro nel corso della lunga attività di incisore e donato nel 2015 alla sua città natale. La macchina, risalente al 1960, è perfettamente funzionante: con essa Francesco Franco ha prodotto i lavori più interessanti di un’intera carriera. Illuminata in maniera scenografica, sarà circondata da opere e lastre incise, a testimonianza dell’impegno di una vita. L’allestimento punta al coinvolgimento diretto dell’osservatore, in linea con il più moderno stile museale, come spiega Olivieri: “L’obiettivo – dice – è creare un ambiente dove trasmettere un po’ della sconfinata esperienza e sensibilità del maestro che conserva un’anima giovane e appassionata all’arte. La sala ospiterà un’esposizione permanente delle sue opere, ma riserverà anche uno spazio ai laboratori dedicati ai giovani, affinché possano sperimentare l’utilizzo di un torchio simile a quello usato dall’incisore che con Mondovì ha mantenuto un legame speciale ed esprime il desiderio di tornare nella città natale”. La donazione accresce il valore della collezione conservata nelle sale del Museo che, diretto da Alessandro Bracco, custodisce la più completa raccolta pubblica di macchine ed attrezzature attualmente esistente in Italia. Del patrimonio cittadino fanno parte, ad esempio, il torchio utilizzato da San Giovanni Bosco nella prima scuola professionale italiana fondata a Torino nel 1862 e quello calcografico del 1600 proveniente dall’Università di Torino. O, ancora, le piano cilindriche “Marinoni” e “Konig & Bauer” impiegate a metà ottocento per la stampa dei primi giornali ed il torchio metallico “Albion”, anno 1874, dell’Editrice Tipografia Moderna di Nizza Monferrato, dono della famiglia Belloni. Un patrimonio che si completerà a breve con la sezione dedicata alla grafica e che guarda ad uno dei grandi protagonisti della produzione artistica italiana del secondo Novecento. Grazie all’attività di incisore, riconosciuta a livello internazionale, Francesco Franco è una pietra miliare della grafica del XX secolo; allievo dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, ha seguito i corsi di pittura tenuti da Felice Casorati e Francesco Menzio e quelli di incisione con Marcello Boglione e Mario Calandri, al quale è subentrato nella direzione della cattedra di Tecniche dell’Incisione. Fa parte dell’Associazione degli Incisori Veneti, con cui ha realizzato esposizioni in Italia e all’estero. Le sue opere sono conservate presso la Civica Galleria d’Arte Moderna di Torino, il Gabinetto delle Stampe a Pisa, il Gabinetto delle Stampe degli Uffizi a Firenze, la Calcografia Nazionale di Roma, il Museo di Stato di Malbork (Polonia), il Pocitelj Museum (Bosnia), l’Ovar Museum (Portogallo), la Biblioteca dell’Accademia di Belle Arti di Bucarest, il Puskin Museum di Mosca, i Musei d’Arte Moderna e del Rathaus di Stoccolma, il Museo Jenisch di Vevey in Svizzera.Foto di Ezio Massera dal sito del Comune di Mondovì.