Con la tappa cuneese di Matteo Renzi, entra nel vivo la campagna sul referendum costituzionale che si terrà a fine novembre o inizio dicembre (la data è ancora da stabilire). Il premier gira l’Italia a spiegare e convincere i cittadini alle ragioni del SI. Di qui alla data di svolgimento, le prese di posizione a favore o contro le modifiche già approvate dal parlamento si moltiplicheranno e il confronto salirà di intensità. La speranza è che nella politicizzazione esasperata dello scontro tra chi vede un’occasione imperdibile per mandare a casa il governo, o almeno per azzoppare la leadership renziana, e chi vorrebbe così rinsaldarne la maggioranza, ai cittadini arrivino anche i reali contenuti della riforma, che non riguardano – come si scrive da più parti – la legge elettorale. A quella referendaria, si affianca poi una campagna elettorale tutta cuneese, che avrà due tappe distinte ma non estranee l’una all’altra. La prima sarà l’elezione del nuovo consiglio provinciale da parte dei consiglieri di tutti i comuni della provincia. La seconda l’elezione del sindaco di Cuneo che avverrà nella prossima primavera. L’elezione del consiglio provinciale chiamerà alle urne (entro fine anno), soltanto i consiglieri comunali di tutti comuni. Il voto non riguarderà il presidente della Provincia che, a differenza dei consiglieri che vengono sostituiti a metà mandato, resta in carica per l’intero mandato. La riduzione del ruolo delle Province e la gratuità cui sono obbligati assessori e consiglieri, ha sicuramente tolto interesse e attrattività a queste elezioni. Ma è pur vero che esse diventano occasione per testare le attuali alleanze o tentarne di inedite sia a carattere territoriale, tra le grandi città, sia politico. Una prova generale in vista delle prossime amministrative che oltre a Cuneo riguarderanno molti altri comuni, fra i quali Savigliano e Mondovì. E forse anche in vista delle politiche, previste nel 2018 ma che potrebbero essere anticipate al 2017, se al referendum dovesse prevalere il No. Promette scintille e colpi di scena il voto per l’elezione del sindaco di Cuneo. La campagna elettorale è iniziata da mesi, ma procede ancora sotto traccia. Per ora soltanto il Pd, nel 2012 relegato all’opposizione con un consenso al 9,38%, è partito lancia in resta annunciando la “disponibilità” alla candidatura di un proprio senatore, Patrizia Manassero. Fino ad oggi tuttavia le reazioni, soprattutto dell’attuale maggioranza, ma anche dei parlamentari di area intervistati da La Guida e della sinistra non Pd, sono state freddine. L’unica certezza è che il Pd cittadino prova a uscire dall’isolamento e dal lacerante travaglio interno di questi anni e vorrebbe entrare a tutti i costi in una nuova alleanza di centrosinistra. La maggioranza attuale, costituita da un fascio di liste civiche ben radicate, si è detta ripetutamente disponibile ma non accetta condizioni pregiudiziali. I nodi da sciogliere restano due: il programma e la scelta del candidato sindaco. Se sul primo non si vedono grosse divergenze, sul candidato le posizioni più che distanti appaiono totalmente divergenti. Nel Pd cittadino c’è una parte, sembra maggioritaria, pregiudizialmente contraria alla ricandidatura di Borgna. Nella maggioranza, al contrario, non sembrano esserci – al momento – grossi dubbi sul secondo mandato al sindaco in carica. Il rischio, tutt’altro che peregrino, è che come nel 2012 il Pd si ritrovi ancora isolato o con qualche alleato minore, e il centrosinistra si presenti in schieramenti contrapposti con due candidati antagonisti. Con la sinistra non Pd (Rifondazione, Sel, Costituente) chiamata o a scegliere tra i due o, più verosimilmente, a presentarsi con una candidatura di bandiera. Una situazione che aprirebbe una vera autostrada ai concorrenti diretti: il centrodestra e soprattutto i 5Stelle. Se è vero che il centrodestra appare sempre più frammentato e disorientato, è altrettanto vero che a Cuneo come in tutta la provincia il serbatoio di consensi dell’area “moderata” resta a tutt’oggi il più vasto e disponibile. Basta un candidato credibile e un’intesa tra le liste fino ad oggi sempre l’un contro l’altra armata, per accreditarlo di ottime chances.La sorpresa potrebbe arrivare dai 5Stelle. Che già nel 2012 ottennero il 7,98% dei voti. Proprio in questi giorni i pentastellati sono alle prese con le primarie per scegliere il loro candidato sindaco. Non serve essere veggenti per immaginare come un volto nuovo e credibile non avrebbe grosse difficoltà a fare il pieno di consensi tra i giovani, i delusi dei diversi schieramenti, chi vuole un cambiamento a prescindere e l’area dell’antipolitica. Torino e Pinerolo, sono lì a dimostrare come ad un eventuale ballottaggio il candidato 5Stelle è in grado più di tutti gli altri di attrarre i consensi dei perdenti al primo turno. Le divisioni del centrodestra e soprattutto quelle del centrosinistra regalerebbero anche a Cuneo un sindaco a cinque stelle.