Cuneo – La frutticoltura della Granda, pilastro fondamentale per il comparto primario subalpino, è alle prese con un cambiamento forte: sempre più richiesta di “bio”, che però impone serietà e consapevolezza: se ne discute martedì 7 (dalle 8.45 a Manta in Agrion, ex Creso) con il convegno “Frutticoltura biologica: un’opportunità, ma non solo”. Intervengono esperti del settore: “La produzione frutticola bio in Piemonte: diffusione e problematiche fitosanitarie” con Graziano Vittone (Agrion), “Controllo delle erbe infestanti senza mezzi chimici: fattibilità e costi” con Matteo Bontà (Agrion), “La realtà del biologico in Emilia Romagna: situazione e problematiche” con Alberto Aldini (Apofruit Cesena), “Varietà resistenti e tolleranti alle avversità fitosanitarie a supporto della produzione biologica” con Lorenzo Berra e Davide Nari (Agrion), le testimonianze di frutticoltori biologici di Piemonte ed Emilia Romagna.Nel 2016 la produzione biologica piemontese ha raggiunto livelli importanti, soprattutto per il melo (680 ettari, 12,4%) e pero (389 ettari, 29,5%). Un trend in forte crescita, come confermano i dati dei nuovi impianti e le domande di conversione 2017, che risponde a una domanda salutistica, in crescita ovunque, in particolare Nord Europa. Vanno focalizzati aspetti tecnici (produzione, a partire da problemi fitosanitari e pratiche agronomiche rigorose, e logistica) per evitare insuccessi e problemi.