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Venerdì 26 aprile 2024

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Birra viva, tecnologia e agricoltura: la scommessa Baladin

La Guida - Birra viva, tecnologia e agricoltura: la scommessa Baladin

Piozzo – C’è un mondo di esperienza, creatività e tecnologia per quello che diventerà una struttura di riferimento, non solo a livello nazionale, per la birra artigianale e per la gestione dei suoi processi, dalle materie prime alla bottiglia: mercoledì 13 è stato inaugurato il nuovo birrificio agricolo Baladin, impianto di produzione tutto italiano, alle porte di Piozzo, il paese dove trent’anni fa Teo Musso aveva aperto il suo locale e dove vent’anni fa aveva iniziato a produrre (praticamente per primo in Italia) una birra artigianale. La festaQuella di mercoledì è stata la serata iniziale dei festeggiamenti per la nuova scommessa targata Baladin: si continua fino a domenica, giovedì e venerdì alle 21.30 lo spettacolo del Circo Bidon (carovana di artisti che a Teo Musso ispirò il nome “baladin”, cantastorie), sabato dalle 11 il campionato italiano di “homebrewing” e alla sera Eugenio Finardi in concerto gratuito, ogni sera dalle 19 birra e street food, oltre a musica; domenica, poi, il primo “porte aperte” dalle 10.30 alle 18, con visite guidate all’impianto di produzione (la domenica sarà sempre giorno di visite, con prenotazione sul sito www.baladin.it). L’impiantoLa struttura sorge su una vasta area (73.000 metri quadrati) in località Valle, con gli edifici più nuovi in cui trovano spazio uffici, impianti produttivi e magazzini; l’antica cascina, che diventerà punto di incontro; gli spazi esterni, un “open garden” che ospiterà anche spettacoli e mercati di contadini e produttori. Una forte riqualificazione dell’area che lascia spazio anche per sviluppi futuri, per la crescita della produzione, che oggi è nell’ordine dei 20.000 ettolitri e a pieno regime sarà di 50.000 (il limite previsto dalla nuova legge italiana per la birra artigianale, in linea con quella europea, è di 200.000 ettolitri l’anno). Il tutto con un investimento autonomo, superiore ai 12 milioni di euro, per una convinzione che è anche sintetizzata in una scritta dentro lo stabilimento: “Il coraggio di essere italiani e indipendenti”. L’agricolturaLa denominazione “birrificio agricolo” non è un vezzo, nella filosofia che ha portato Teo Musso alla produzione di birra e alla creazione di una nuova cultura birraria nel nostro Paese: l’idea di fondo è quella della filiera corta, perché “la birra è terra” e parte dalla qualità delle materie prime, su cui non c’è mai stato compromesso da parte di Baladin (in un costante abbinamento, anche nei locali del circuito Baladin, con l’attenzione alla gastronomia). Questo patrimonio “made in Italy” diventa sempre più internazionale grazie anche alla collaborazione con l’Università di Scienze gastronomiche, di Pollenzo, che con Slow Food e Baladin ha avviato il nuovo Alto apprendistato per mastri birrai. L’italianitàAnche l’idea di “nazionale” non è affatto limitata a un maquillage: Teo Musso ha puntato sempre più su una produzione tutta italiana, dalle materie prime alla tecnologia, e l’impianto di Piozzo lo dimostra, con fornitori che hanno sviluppato al massimo la ricerca per fornire gli impianti più avanzati, a tutela della qualità e dell’artigianalità del risultato finale. Da una parte, il forte investimento in tutta Italia per contratti di filiera nell’orzo e per la ricerca nella coltivazione e selezione di luppoli, per produrre con materie prime italiane (il primo risultato è stata la birra “Nazionale”); dall’altra, il continuo sostegno agli altri produttori, a chi ha voluto sperimentare rispettando l’impegno e il rigore sulla qualità, a chi ha seguito la sua strada di innovazione (“Tutta colpa di Teo” è il titolo di un libro dedicato all’esperienza Baladin). La tecnologiaAlla base di tutto, per dare corpo alle idee, un impianto che concentra il massimo della tecnologia del settore (ed è stato visitato, già prima dell’entrata funzione, anche da operatori esteri) per garantire flessibilità e ottimizzazione produttiva, dal laboratorio analisi e controllo ai lieviti propri, dalla sala cottura fino al recupero delle biomasse e all’energia rinnovabile. La progettazione, durata un anno e mezzo, è partita dall’idea di utilizzare fornitori italiani e di unire tutta la tecnologia necessaria per le diverse esigenze dell’azienda, dalla lattina “Pop” alla bottiglia con tappo in sughero, fino a prodotti particolari come la birra affinata in botti o quella in “metodo classico” ispirata allo champagne. Un mondo che ora ha una casa in più, pronta per altre avventure e nuove visioni.Guarda la gallery: http://www.laguida.it/Foto-e-video/Foto/Il-nuovo-birrificio-Baladin-a-Piozzo

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