Cuneo – Undici persone sono state individuate e denunciate, tra lunedì e martedì, per furti e taccheggio in centri commerciali e punti vendita, nel capoluogo e anche a Mondovì e Ceva. A Cuneo due 20enni disoccupati, con precedenti penali, sono stati fermati dai Carabinieri nel centro storico subito dopo avere commesso un furto in un negozio di abbigliamento uomo. Erano riusciti a rubare pantaloni, oltrepassando le casse, per un valore di 70 euro: la refurtiva è stata recuperata e restituita, i due sono stati denunciati per furto aggravato in concorso. Sempre a Cuneo una 45enne disoccupata di Boves era riuscita a impossessarsi, in un negozio di corso Nizza, di collane e bigiotteria per il valore di 80 euro: la titolare si era insospettita per il comportamento della donna, che è stata fermata. Ancora a Cuneo è stato denunciato per furto aggravato un infermiere 28enne incensurato che, in una profumeria di corso Nizza era riuscito a portare via, nascondendoseli addosso, alcuni profumi e cosmetici, per un totale di 65 euro. È stato bloccato all’uscita dal negozio dai Carabinieri, grazie alla segnalazione di una commessa. A Mondovì i Carabinieri hanno denunciato due donne pregiudicate romene, una 40enne e la figlia 19enne, provenienti da Torino, che avevano sottratto materiale informatico esposto in un centro commerciale, per un valore di 450 euro; inoltre è stato sorpreso un pensionato 75enne che aveva rubato confezioni di profumo in un negozio del centro e anche una coppia di pensionati 60enni turisti francesi, che avevano sottratto alcuni generi alimentari da un ipermercato.Infine a Ceva è stata denunciata una 31enne pregiudicata sinti abitante nel campo nomadi di Villafalletto: con la figlia 12enne aveva sottratto quaderni, penne e altro materiale per la scuola (in totale circa 200 euro) in una cartolibreria del paese. La merce, che la nomade aveva nascosto indosso a sé e alla ragazzina, è stata recuperata dai militari e restituita al titolare del punto vendita. La donna dovrà rispondere di furto aggravato: ha tentato di giustificarsi coi militari dicendo che quel materiale sarebbe servito alla figlia per l’anno scolastico ormai vicino.