Per il quinto anni consecutivo il comparto artigianato della provincia di Cuneo, cala e perde numeri di aziende e di addetti. In un contesto caratterizzato da un generale miglioramento della dinamica del sistema imprenditoriale locale (tasso di crescita del -0,05%, a fronte del -0,18% registrato nel 2015), la flessione nel corso del 2016 è del -1,25%, peggiore rispetto a quella del 2015, quando il tasso di crescita era stato del -0,72%. Peggio che a livello nazionale e regionale dove iòl tasso negativo si ferma al -1,16%. Il registro imprese della Camera di commercio di Cuneo ha accolto l’iscrizione di 1.202 iniziative imprenditoriali a carattere artigiano (70 in meno rispetto a quelle del 2015), a fronte delle 1.433 chiusure di attività preesistenti (26 in più rispetto al 2015, quando le cessazioni non d’ufficio erano state 1.407). Il saldo tra i due flussi è, dunque, risultato negativo per 231 unità, a fronte delle 135 perse nel corso del 2015. Al 31 dicembre 2016 sono 18.053 le imprese artigiane registrate in provincia di Cuneo, il 26,0% delle oltre 69mila aziende con sede legale sul territorio provinciale. L’incidenza della componente artigiana è superiore a quella rilevata a livello nazionale (22,1%), ma inferiore al dato medio piemontese (27,8%). “Il 2016 si è chiuso con una nuova contrazione del tessuto artigiano provinciale (-1,25%), che pur segnando un significativo calo di questa importante espressione del nostro tessuto produttivo, conferma la tendenza del comparto a privilegiare forme più strutturate per la gestione aziendale, come ci evidenzia la costante crescita delle società di capitale (+3,13%), e lo spostamento da settori più tradizionali, quali l’industria e le costruzioni, al turismo e ai servizi – ha dichiarato il presidente Ferrruccio Dardanello -. È guardando a queste imprese, tendenzialmente di piccola dimensione, alle loro fragilità e ai loro bisogni, che oggi alla luce del nuovo decreto di riforma impostiamo il programma di attività, per sostenerne la competitività fornendo servizi qualificati nei tanti ambiti di nostra competenza, in collaborazione e sinergia con gli attori del territorio”. Uniche note positive le registrano le società di capitale e le attività dei servizi. L’analisi della natimortalità delle imprese artigiane per forma giuridica evidenzia, infatti, come l’unico dato positivo sia quello delle società di capitale, che, nel corso del 2016 hanno registrato una crescita del 3,13%, pur continuando a rappresentare un quota minoritaria delle realtà artigiane cuneesi. Negativi, invece, i bilanci anagrafici delle due classi di natura giuridica numericamente più rilevanti, vale a dire le ditte individuali (-1,33%) e le società di persone (-1,83%). Il dato particolarmente penalizzante registrato per le altre forme va, infine, letto alla luce della scarsa consistenza numerica di queste aziende.A livello settoriale, i comparti di attività che convogliano le quote più rilevanti delle realtà artigiane cuneesi, vale a dire le costruzioni e l’industria in senso stretto, evidenziano, purtroppo, le dinamiche peggiori (i tassi di variazione dei rispettivi stock sono del -2,47% e -1,67%). Migliori, invece, i trend registrati dalle attività dei servizi: al turismo spetta il risultato migliore (+1,43%), seguito dagli altri servizi (+0,77%) e dal commercio (+0,60%).